Audizione al Senato sui DDL in materia di pane fresco

Una delegazione di Assopanificatori-Fiesa Confesercenti, guidata dal Presidente Davide Trombini e dal Direttore Gaetano Pergamo accompagnati dai Vice Presidenti Vinceslao Ruccolo e Benvenuto Pagnoni e dal delegato formazione Angelo Pellegrino, è stata audita dalla 10ª Commissione permanente del Senato (Industria, commercio, turismo) relativamente  ai DDL nn. 169 e 739 (Produzione e vendita del pane).

La delegazione ha rimarcato che l’iniziativa  legislativa dei proponenti, Sen. Taricco e altri e Sen. Mollame ed altri, dei gruppi PD e Cinque Stelle,  parallela a quella presentata nella scorsa legislatura dall’On. Giuseppe Romanini e approvata alla camera dei Deputati con un largo consenso delle forze politiche, va a coprire un vuoto legislativo a lungo denunciato dalle associazioni di settore di fronte all’immobilismo dei governi che si sono succeduti in questi anni, incapaci di dare concretezza attuativa alla norma previsionale della Legge Bersani contenuta all’art. 4 della legge 248/2006, di fronte all’ incapacità del Ministero dello Sviluppo economico, che in questi anni non ha trovato, o non ha voluto trovare, il tempo di emanare un decreto attuativo.

Per Assopanificatori le proposte in esame recepiscono molte delle indicazioni che la panificazione italiana ha unitariamente elaborato e a suo tempo riportate all’On. Romanini e rispecchia in linea di principio quanto già concordato nella precedente legislatura in materia tra le Federazioni nazionali del settore.

Nel corso dell’audizio Assopanificatore  ha espresso le proprie preoccupazioni per la situazione del Paese che sotto il profilo economico e sociale appare tuttora preoccupante, mentre l’andamento dei consumi non solo non mostra segni di miglioramenti ma continua a decrescere. In questo senso, i consumi continuano a premiare l’attrattiva del prezzo rispetto alla qualità delle produzioni artigiane, prova ne sono sia gli andamenti delle vendite degli hard discount che la continua moria di PMI artigiane e della vendita di pane.

Se, peraltro, corrisponde al vero la percezione di alta qualità che l’artigianato della panificazione rilascia al consumatore italiano è altrettanto vero che gli ultimi anni hanno visto il dilagare delle produzioni industriali di pane e di prodotti da forno la cui provenienza è – almeno per le materie e i preparati di base – di origine estera. Un fenomeno destinato – almeno fintantoché ci sarà la forte crisi del potere d’acquisto degli italiani – a radicarsi in considerazione della perdurante crisi di fiducia del consumatore italiano che induce a privilegiare acquisti veloci, a basso prezzo. Ciò si tira dietro le considerazioni sul valore delle produzioni, sulle origini di esse, sui processi produttivi a cui le due proposte di legge cercano di dare risposta evidenziando il dato del pane fresco e delle specificità del forno di qualità. E’ evidente che siamo in presenza di crescenti quantitativi di produzioni industriali di pane e prodotti da forno e per la prima colazione derivanti da semilavorati e prodotti surgelati provenienti dall’estero, talvolta da aziende delocalizzate.

A fronte di ciò per Fiesa Assopanificatori occorre fare presto. L’auspicio della Federazione dei panificatori è che si possa utilizzare quale testo di confronto parlamentare l’articolato della proposta Romanini, che già aveva messo d’accordo tutti gli attori del settore e le forze politiche parlamentari, giungendo quanto prima alla definizione di un testo coordinato in entrambi i rami del Parlamento, considerato che sia alla Camera dei Deputati che al Senato sono state ripresentate iniziative legislative in materia, partendo dallo stesso testo base.

La vera esigenza della categoria è che si faccia presto a varare il testo normativo in oggetto, a fronte di una assenza del Ministero dello Sviluppo Economico che non è stato in grado di varare un decreto ministeriale dal 2006 ad oggi.

Ciò detto , Assopanificatori ha sottolineato che condivide la filosofia e la finalità, oltre alla strumentazione giuridica delle proposte presentate, che sono pressoché simili.

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