Bce, Confesercenti scrive al Mef: “Con nuove regole su Npl a rischio credito per Pmi”

L’associazione: su scelte così importanti la burocrazia non si sostituisca alla politica

 

Le nuove regole BCE sugli NPL mettono a rischio il credito per le PMI. Il documento in fase di consultazione sulle nuove modalità di gestione, dal 1 gennaio 2018, dei finanziamenti deteriorati (Npl) da parte delle banche pone delle serie riflessioni sul fatto che questo possa provocare una nuova restrizione dei prestiti concessi alle imprese, con gravi ripercussioni in particolare su quelle di medie e piccole dimensioni.

Ad affermarlo, in una lettera inviata al Ministero dell’Economia e delle Finanze, è  il Vice Presidente di Confesercenti Nico Gronchi.

Il testo BCE – si legge nella lettera – assottiglia, infatti, il margine di discrezionalità a disposizione delle banche per gestire i crediti deteriorati, e dal prossimo anno le svalutazioni diventeranno automatiche: dopo sette anni, un credito deteriorato andrà, infatti, azzerato nonostante la presenza di garanzie. Per gli Npl, invece, basteranno due soli anni di permanenza in tale stato per richiedere accantonamenti integrali. Per quanto riguarda, infine, i crediti deteriorati già presenti nello stock delle Banche, la Bce richiede che gli Istituti con alti livelli di crediti deteriorati presentino strategie su come intendano ridurre tale portafoglio entro termini temporali molto contenuti.

Le conseguenze di questo provvedimento potrebbero, secondo alcune prime stime, costare 1,3 miliardi di euro annui al sistema bancario; e di conseguenza aumentare significativamente il costo del credito per le imprese, oltre a non aiutare la pur debole ripresa nell’erogazione dei finanziamenti al sistema produttivo nazionale. Se le banche dovessero fronteggiare un accantonamento di capitale fino al 100% del finanziamento in essere, le conseguenze a cui potremmo andare incontro prevedono una netta riduzione dell’erogazione del credito e maggiori tassi di interesse, soprattutto a danno delle PMI.

Una frenata del credito, in un Paese che sta tentando di emergere dalla devastante crisi economica degli ultimi anni, determinerebbe effetti negativi sulle prospettive di crescita e sviluppo. Rafforzamento dell’economia e stabilità economica devono procedere di pari passo, e su scelte così importanti e cruciali la burocrazia non può sostituirsi alla politica, come ha ricordato anche il Presidente del Parlamento Europeo. In questo contesto e pur coscienti del valore della stabilità che deve essere garantita al sistema finanziario auspichiamo con forza che la bozza del provvedimento venga emendata nella direzione di non procurare danni alle imprese che in questi ultimi mesi stanno cercando di rialzarsi da una crisi di durata oramai ultradecennale.

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