Commercio, Confesercenti: “2014 quarto anno di crisi, dal 2011 sparite 28mila PMI”

L’associazione: “frena la caduta, ma agire su fisco per rilanciare i consumi. Crisi più grave per i piccoli, pesano le liberalizzazioni”

I dati di dicembre sono chiari: non c’è stato alcun miracolo di Natale in grado di invertire il trend negativo dei consumi, e per il commercio anche il 2014 si chiude con il segno meno. Per il settore è il quarto anno consecutivo di una crisi profonda, che ha inciso pesantemente sul tessuto delle imprese. La crisi continua ad essere più grave per le piccole superfici, che sono quelle che soffrono di più: rispetto al 2011, nel commercio al dettaglio si contano 28mila PMI in meno.

A pesare la mancanza di interventi di sostegno per le più piccole e anche le liberalizzazioni, che hanno favorito il trasferimento di consumi verso le grandi superfici. Ma a condizionare i fatturati c’è anche l’aumento delle promozioni, ormai praticate dall’83% dei commercianti.

Nonostante il dato dell’Istat sia oggettivamente negativo, si scorge qualche timido segnale di miglioramento, a partire dalla piccola variazione positiva registrata a dicembre rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Frena anche il calo tendenziale: il dato medio del 2014, pur essendo negativo (-1,2), segna comunque un passo avanti rispetto alla flessione registrata nel 2013 (-2,1). Fa bene sperare anche l’aumento di fiducia dei consumatori e delle imprese del commercio al dettaglio.

I segnali positivi, però, da soli non bastano. Dobbiamo essere capaci di cogliere le opportunità offerte dagli spiragli di ripresa anche sul fronte del mercato interno: bisogna sostenere la domanda, partendo dalla riduzione della pressione fiscale, centrale e locale, che grava su famiglie e imprese.

 

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