Commercio: nei primi 9 mesi vendite giù di 900 milioni di euro

L’analisi Confesercenti: per il non alimentare flessione peggiore dal 2013

La crisi torna in bottega. Tra gennaio e settembre di quest’anno i negozi italiani hanno registrato quasi 900 milioni di euro di vendite in meno rispetto al 2017, la flessione peggiore da cinque anni a questa parte. Un crollo che ha accelerato la mortalità delle imprese: nei primi nove mesi del 2018 stimiamo che abbiano abbassato la saracinesca circa 20mila negozi indipendenti. È quanto emerge da un’analisi condotta da Confesercenti sulla base di dati Istat.

La flessione registrata dai negozi nei primi tre trimestri dell’anno (-2% dei prodotti non alimentari) è infatti la più forte dal -2,9% del 2013, all’apice della recessione dei consumi che ha colpito il nostro Paese nel triennio 2012-2014. Una crisi da cui la maggior parte dei negozi ancora non è uscita, registrando risultati lievemente sopra lo zero per le vendite nel 2015 e nel 2016, tornando già in territorio negativo nel 2017. E la frenata non riguarda solo i negozi indipendenti. Anche la grande distribuzione organizzata, infatti, mostra segnali di sofferenza: tra gennaio e settembre le vendite sono cresciute appena dello 0,2%, in forte arretramento rispetto al +2% segnato lo scorso anno.

Il calo delle vendite ha colpito praticamente tutti i comparti merceologici, come è evidente dal confronto tra gli andamenti registrati nei primi 9 mesi del 2018 e quelli dello stesso periodo dello scorso anno. A segnare la flessione più rilevante è il commercio di calzature, articoli in pelle e da viaggio, che passa dal +2,3% del 2017 al -2,4% di quest’anno, seguito dall’abbigliamento, che passa da +0,8% a -1,8%. Ma rallentano, pur restando in campo positivo, anche telefonia e informatica, che scendono da una crescita di +3,4% ad un decisamente più modesto +1,4%. Dal calo di vendite non si salvano nemmeno Farmaci e Giocattoli, con l’unica eccezione degli elettrodomestici, le cui vendite aumentano dal +1,8% segnato nei primi 9 mesi del 2017 al +2,7% di quest’anno.

Le vendite stanno rallentando in maniera preoccupante in tutta Europa, ma l’Italia è quella che ha subito la frenata peggiore”, commenta la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. “La speranza dei commercianti è che le prossime festività Natalizie possano fornire una boccata d’ossigeno. È chiaro, però, che serve di più: l’auspicio è che le misure annunciate per il rilancio del mercato interno e dei consumi vengano introdotte velocemente, ma anche che la manovra venga mirata maggiormente alla crescita: serve più spesa produttiva, sul lavoro e sulle infrastrutture, e meno spesa improduttiva. Con l’obiettivo finale di ridurre anche la zavorra fiscale: abbassare le tasse rimane la via maestra per ridare fiducia e forza a famiglie e imprese”.

 

Tabella 1 – Andamento delle vendite non alimentari – variazioni tendenziali

Periodo Grande distribuzione Piccole superfici
2012 -1,4 -3,4
2013 -1,9 -2,9
2014 -0,3 -1,6
2015 1,3 0,2
2016 0,3 0,5
2017 2,0 -0,5
gen-set 2018 0,2 -2,0

 

 

Tabella 2 – Andamento delle vendite per comparti – variazioni tendenziali

Gennaio-Settembre
2017 2018
Alimentare 1,4% 0,7%
  farmaci ed altri prodotti terapeutici 0,3% -1,4%
  abbigliamento e pellicce 0,8% -1,8%
  calzature, articoli in pelle e da viaggio 2,3% -2,4%
  mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa -0,2% -1,3%
  elettrodomestici, radio, televisori e registratori 1,8% 2,7%
  dotazioni per l’informatica, la telefonia e le telecomunicazioni 3,4% 1,4%
  foto-ottica, pellicole, compact-disc, cassette e strumenti musicali 1,4% -1,5%
  generi casalinghi durevoli e non durevoli -0,8% -1,4%
  utensileria per la casa e ferramenta 0,4% -0,7%
  prodotti di profumeria e per la cura della persona 1,1% 0,7%
  prodotti di cartoleria, libri, giornali e riviste -1,8% -3,3%
  giochi, giocattoli, articoli per lo sport ed il campeggio 0,9% -1,4%

Fonte: Elaborazioni Confesercenti su dati Istat

 

Tabella 3 – Confronto Europeo – Andamento vendite al dettaglio dati grezzi – valori tendenziali

2017 2018
II trim III trim I trim II trim III trim
Germania 3,1% 3,2% 1,9% 1,1% -0,1%
Grecia 1,3% 1,5% 1,4% 1,8%  n.d.
Spagna 1,6% 0,8% 1,9% 0,4% -1,1%
Francia 3,1% 4,2% 3,7% 2,8% 2,4%
Italia 0,7% 0,1% 0,4% -1,5% -0,9%
Gran Bretagna 2,9% 1,6% 2,0% 1,8% 3,4%
Portogallo 5,0% 6,1% 7,3% 7,3% 6,4%
Danimarca 0,5% 0,6% 1,4% 2,0% 1,5%
Austria 1,7% 1,1% 1,7% -0,3% -1,0%
Paesi Bassi 4,0% 3,7% 3,5% 3,3%  n.d.
Unione Europea 4,0% 3,9% 3,6% 2,9% 2,1%

Fonte: Elaborazioni Confesercenti su dati Eurostat

 

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