Def, le cifre del governo: Pil a -1,7% nel 2013, +1% nel 2014. Letta: “quadro positivo, legge di stabilità sarà cuore rilancio”

Palazzo-Chigi

 

Confesercenti: “Il governo prende tempo sull’IVA, confermata la necessità di tagli alla spesa”. Cresce disavanzo conti pubblici.

Al termine della riunione odierna del Consiglio dei Ministri, il Governo aggiorna il Def, che contiene il nuovo quadro macroeconomico e i percorsi di riforma dei prossimi anni. Confermate in pieno le previsioni Confesercenti-Ref: il pil per il 2013 fletterà dell’1,7%. Previsto lo sforamento del tetto del 3% del rapporto debito/pil a 3,1%. “L’interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell’instabilità politica pesa sui conti e per questo non siamo stati in grado di grado di scrivere oggi 3%” nel Def, ha spiegato il premier Enrico Letta. Come nei giorni passati, dal governo sono arrivate rassicurazioni:  “C’è l’impegno a stare sotto il 3% alla fine dell’anno. C’è l’impegno confermato di mantenere i patti presi con i partner europei e con l’Unione europea”, ha detto Letta. “Il passaggio riguarda un aggiustamento di uno 0,1% che è assolutamente alla portata e che non necessiterà interventi particolarmente rilevanti”. Dunque gli obiettivi fissati nel Def “sono tutti raggiungibili, a patto che ci sia la volontà e la stabilità politica”. Rassicurazioni anche dal ministro per l’Economia Fabrizio Saccomanni: crediamo – ha detto il ministro che il “lieve scostamento registrato venga corretto rapidamente, si tratta di un dato monitorato attentamente dalle stanze europee. Il 3% e’ il dato su cui noi intendiamo collocarci da qui a fine anno – ha aggiunto – ed e’ il presupposto per soffocare gli elementi di tensione dei mercati finanziari”. Dalle ultime indicazioni, ha spiegato parlando dello spread, emerge che “il sorpasso della Spagna e’ stato di breve durata. Possiamo ipotizzare – ha riferito nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi – una graduale riduzione dello spread e del livello dei tassi di interesse che ci dovrebbe portare alla cifra di 100 punti base sopra i tassi tedeschi alla fine del periodo”.

Per il 2014 “quadro che vogliamo indicare come positivo”

Per il 2014, invece, la nota di aggiornamento del Def prevede un ritorno alla crescita, ma sempre nell’ambito dell’1% di Pil.  “Emerge – ha commentato Letta – un quadro che vogliamo indicare come positivo per il futuro. Ci sono elementi che ci consentono l’anno prossimo di avere stabilmente il segno più per la crescita e di avere a fine anno segnali già positivi. Gli incentivi in campo edilizio, quelli per il lavoro dei giovani e l’accelerazione sul pagamento dei debiti della Pa – ha spiegato il Premier – daranno i loro effetti alla fine dell’anno e questo mi porta a pensare che il dato, moderatamente ottimista contenuto nel Def  sul Pil all’1% nel 2014 sia effettivamente a portata di mano”. Rimandata la decisione sulla questione dell’aumento dell’aliquota IVA, previsto per il primo ottobre: l’aumento, ha spiegato Letta, sarà uno dei temi di discussione nei prossimi giorni”.

Legge di stabilità cuore del piano di rilancio, completa autonomia da Ue

Per tornare alla crescita, sarà essenziale il contributo della legge di stabilità, prevista per metà ottobre. “La Legge di Stabilita‘ sara’ il  cuore dell’attività di questo Governo”, ha sottolineato Letta. “Sarà una legge che scriviamo noi, questa piena autonomia da Bruxelles ce la siamo conquistata grazie ai sacrifici degli italiani e dei
provvedimenti dei governi che si sono succeduti in questi anni”.

L’opinione di Confesercenti

“Il governo sull’Iva prende nuovamente tempo. La questione resta nella più totale incertezza.  Auspichiamo che si faccia chiarezza al più presto e nell’unica direzione utile: niente aumenti né palesi, né mascherati, perché l’aumento Iva farebbe solo del male all’occupazione ed ai consumi. Lo scenario che segnala il Governo (quest’anno Pil a -1,7% e nel 2014 Pil all’1%) conferma le previsioni Confesercenti-Ref di qualche giorno fa ma evidenzia anche la necessità di interventi forti sul taglio della spesa pubblica e sul calo della pressione fiscale. Altrimenti la crescita resterebbe una fragile prospettiva.”

 

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