Fattura elettronica: Agenzia delle Entrate, “la proroga al 2020 non serve”

Il direttore Maggiore in audizione: si può partire a gennaio 2019

“Prorogare al 2020 l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati? Credo che si possa partire il primo gennaio 2019”. Lo ha detto il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, nel corso di una audizione in Commissione Finanze alla Camera rispondendo alle domande dei deputati.

“Ci rendiamo conto che si possono apportare delle migliorie – ha sottolineato – e che l’emissione entro le 24 ore della fattura elettronica può essere un problema. L’Agenzia delle Entrate ha dimostrato buona volontà, sulle procedure di fatturazione differita”, ha spiegato Maggiore aggiungendo che “si può fare di più per superare le difficolta sull’emissione entro 24 ore della e-fattura”.

Maggiore ha poi detto che: “Dal primo luglio ci sono state quasi 4 milioni di fatture elettroniche tra privati e in questa fase di avvio dell’obbligo della e-fattura non sono emerse particolari situazioni di criticità, né dal punto di vista infrastrutturale né dal punto di vista delle richieste di assistenza. L’obbligo è scattato dal primo luglio per i subappalti della pubblica amministrazione e per il settore dei carburanti, esclusa la vendita al dettaglio, rinviata a gennaio 2019 quando l’obbligo sarà generalizzato”.

Al 25 settembre, secondo i dati forniti da Maggiore alla Commissione, ci sono stati “3,942 milioni di fatture tra privati, 102mila soggetti hanno chiesto il Qr code per trasmettere e il numero di registrazioni dell’indirizzo telematico è di 64.874 soggetti “in parte già obbligati e in parte che in prospettiva saranno obbligati alla fatturazione elettronica”.

Se “si prevedesse di intervenire normativamente per limitare l’obbligo di fatturazione elettronica a specifiche categorie – ha concluso il Direttore dell’Agenzia delle Entrate – si introdurrebbero elementi di notevole complessità per gli operatori tra loro e per l’Agenzia delle Entrate. La predetta complessità aumenterebbe notevolmente il rischio di errori da parte degli operatori con conseguenti difficoltà di controllo e ripercussioni sulle azioni di prevenzione e contrasto a fenomeni di frodi ed evasione”.

Maggiore ha, infine, evidenziato come “dall’analisi dei dati pervenuti attraverso lo Spesometro 2017, circa l’85% delle imprese emette annualmente un numero di fatture inferiore a 500”.

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