I confini mettono a rischio il 56,4% dell’export made in Italy, pari a 235,1 miliardi di euro

 

L’allarme lanciato da Rete Imprese Italia nel corso dell’assemblea 2017

I ‘confini’ non fanno bene all’economia italiana. Instabilità politica, conflitti e ondate protezionistiche mettono a rischio il 56,4% delle nostre esportazioni, pari ad un valore di 235,1 miliardi di euro.

E’ l’allarme lanciato oggi da Rete Imprese Italia nel corso dell’Assemblea dal titolo “Confini: I nuovi scenari internazionali e la stabilità del nostro sistema produttivo”.

Secondo Rete Imprese Italia nelle aree del mondo attraversate da conflitti e turbolenze geopolitiche (Medio Oriente, Federazione Russa, Nord Africa, America centro-meridionale e Turchia) si concentra il 14,8% dell’export italiano, pari a 61,7 miliardi di euro.

Nel 2016 le nostre esportazioni in queste aree del mondo hanno registrato un calo del 5,7%. In particolare, la maggiore diminuzione delle nostre vendite si è verificata in Medio Oriente (-6,7%). A seguire l’America centro-meridionale (-6,2%), la Russia (-5,3%), il Nord Africa (-5,0%) e la Turchia (-3,8%).

Alzare muri e creare barriere protezionistiche provocherebbe rischi per il nostro commercio estero anche in altri otto mercati potenzialmente critici:  gli Stati Uniti d’America per l’annuncio di politiche a carattere protezionistico, il Regno Unito in conseguenza della Brexit, i cinque Paesi dell’Area Schengen che hanno temporaneamente ripristinato i confini ed i controlli doganali in relazione alla crisi dei migranti –  Austria, Danimarca, Germania, Norvegia, Svezia – e la Francia a seguito delle misure di sicurezza per la persistente minaccia di terrorismo.

In questi mercati – rileva Rete Imprese Italia – si concentra il 41,6% dell’export italiano che totalizza un valore di 173,4 miliardi di euro.

Nel dettaglio, negli Stati Uniti esportiamo per 36,9 miliardi; nei 6 Paesi dell’area Schengen che hanno adottato restrizioni il nostro export vale 114 miliardi e nel Regno Unito il valore delle nostre esportazioni è pari a 22,5 miliardi. Nel totale di questi otto mercati l’export italiano nel 2016 è aumentato del 2,8% rispetto all’anno precedente.

Leggi anche la relazione presentata dal Presidente di Confartigianato e Presidente di turno di Rete Imprese Italia Giorgio Merletti.

 

Export Italia nelle aree di crisi nel mondo e in Paesi potenzialmente critici
anno 2016. milioni di euro, % su totale Mondo e variazioni su 2015
 Aree e Paesi 2016 % var. % rispetto 2015
 
Medio Oriente 20.040 4,8 -6,7
Russia 6.720 1,6 -5,3
Nord Africa 12.444 3,0 -5,0
America centro-meridionale 12.917 3,1 -6,2
Turchia 9.599 2,3 -3,8
Totale aree di crisi (a) 61.720 14,8 -5,7
 
Sei paesi appartenenti all’area Schengen con deroghe 113.975 27,3 3,3
Germania 52.713 12,6 3,8
Francia 43.923 10,5 3,0
Austria 8.829 2,1 2,8
Svezia 4.210 1,0 1,3
Danimarca 2.761 0,7 7,3
Norvegia 1.539 0,4 -3,2
 

Stati Uniti d’America

36.927 8,9 2,6
 

Regno Unito

22.478 5,4 0,5
 

Totale otto Paesi potenzialmente critici (b)

173.381 41,6 2,8
 

AREE DI CRISI E PAESI POTENZIALMENTE CRITICI (a+b)

235.101 56,4 0,4
Resto del Mondo 181.976 43,6
 

Totale esportazioni

417.077 100,0 1,2
Nostra elaborazione su dati Istat
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