Istat: fiducia, calo legato a timori per il futuro, pesano elezioni

Confesercenti commenta i dati diffusi dall’Istituto di statistica sulla fiducia di imprese e consumatori

Il futuro torna a preoccupare. Il deterioramento del clima di fiducia segnalato dall’Istat, infatti, non trova per ora riscontro nei dati macro su Pil, fatturato ed occupazione già diffusi. Più che a difficoltà presenti, dunque, il calo sembra essere legato ad un ridimensionamento delle aspettative di famiglie ed imprese, su cui incidono anche le incertezze legate alla prossima tornata elettorale.

Così Confesercenti sui dati Istat relativi al clima di fiducia di imprese e famiglie a gennaio.

Per le famiglie, il calo dell’indice di fiducia è da addebitare, infatti, soprattutto al peggioramento delle aspettative future sulla situazione economica del Paese, su cui evidentemente si attendono risposte più esaustive e rassicuranti di quelle finora date in campagna elettorale. Si tratta dunque di un timore di prospettiva, visto che migliorano sia il giudizio sul clima corrente che quello sulla situazione economica attuale del Paese.

Il peggioramento delle attese future guida anche il calo dell’indice delle imprese, più consistente di quello delle famiglie (-3,4 punti) e trasversale: riguarda infatti tutti i settori, con l’eccezione delle costruzioni che registrano una crescita di 2 punti. Nel commercio al dettaglio si registra una diminuzione in linea con la media, da attribuirsi alla sola GDO (-4,3) visto che il commercio tradizionale, per una volta, va in controtendenza e recupera un punto, pur assestandosi ancora ben al di sotto della grande distribuzione. Da segnalare poi il “crollo” dell’indicatore nel comparto dei servizi turistici (-16,4 punti). Anche in questo caso, però, è dovuto soprattutto al peggioramento delle attese sugli ordini, e nonostante il calo l’indice del settore rimane comunque superiore di quasi due punti al valore registrato a gennaio 2017.

Dati che, complessivamente, ci portano a ritenere che lo stop della fiducia di gennaio sia momentaneo. Ma che ci segnalano anche un aumento della preoccupazione verso il futuro che potrebbe pesare nei prossimi mesi su consumi e investimenti.  Timori che la politica si deve impegnare a fugare, rispondendo in maniera puntuale e seria alle questioni poste da famiglie ed imprese.

 

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