Si consolida la ripresa, ma crescono povertà e diseguaglianze

Il Rapporto annuale Istat dipinge un Paese che fa fatica a riprendersi dalla crisi

La ripresa economica si consolida, ma senza tradursi in un effettivo miglioramento delle condizioni di vita degli italiani che, anzi, hanno visto crescere il numero delle persone in povertà assoluta e aumentare le diseguaglianze.

Il Rapporto annuale dell’Istat dipinge un Paese che fa fatica a riprendersi dalla crisi, nonostante i buoni risultati del mercato del lavoro e la risalita dei consumi delle famiglie.

AUMENTA LA POVERTÀ ASSOLUTA: Nonostante la ripresa aumentano diseguaglianza e povertà assoluta. Quest’ultima, secondo le stime preliminari, nel 2017 interesserebbe l’8,3% dei residenti contro il 7,9% del 2016. La diseguaglianza economica – misurata dal rapporto fra il totale del reddito equivalente ricevuto dal 20% della popolazione con i redditi più alti e dal 20% della popolazione con quelli più bassi – raggiunge un livello di 6,4 (6,3 nel 2016). La povertà assoluta riguarda poco meno di 1,8 milioni di famiglie e circa 5 milioni di individui. Complessivamente si tratta di 154.000 famiglie e 261.000 persone in più rispetto all’anno prima. la ripresa dell’inflazione spiega circa la metà dell’incremento dell’incidenza della povertà assoluta; l’altra metà va ascritta invece al peggioramento della capacità di spesa delle famiglie scese sotto la soglia di povertà. A livello territoriale, la povertà assoluta aumenta nel Mezzogiorno e nel Nord, mentre scende al Centro.

LA CRESCITA PROSEGUE MA A RITMO MODERATO: Gli indicatori disponibili per i primi mesi del 2018 segnalano la prosecuzione del recupero della crescita dell’economia italiana, pur se a ritmi moderati. Nel primo trimestre dell’anno il Pil è cresciuto dello 0,3% su base congiunturale. Nello stesso periodo la fiducia delle famiglie è aumentata, mentre quella delle imprese è diminuita, mantenendosi però su livelli elevati. Nel 2017 il prodotto è cresciuto dell’1,5% contro il +0,9% del 2016, sostenuto soprattutto dagli investimenti fissi lordi. Positivo anche il contributo della domanda estera. L’espansione dell’attività ha interessato tutti i settori produttivi a eccezione dell’agricoltura: l’aumento più marcato è quello dell’industria in senso stretto (+2,1%), mentre i servizi si sono fermati all’1,5% e le costruzioni allo 0,8%.

IN UN ANNO 284.000 OCCUPATI IN PIÙ: La ripresa del mercato del lavoro, iniziata a partire dalla seconda metà del 2014, è andata consolidandosi nel 2017. Nella media dell’anno gli
occupati stimati dalla contabilità nazionale sono circa 284.000 in più rispetto al 2016, a fronte dei circa 324.000 in più registrati l’anno precedente. Un segnale importante proviene dalla ripresa del monte ore lavorate che nel 2017 ha raggiunto quota 10,8 miliardi di ore, ormai vicina alle 11,5 miliardi di ore del 2007, prima della crisi.

MA I SALARI NON AUMENTANO: I progressi sul mercato del lavoro si sono accompagnati a una dinamica salariale contenuta. Nel 2017 le retribuzioni contrattuali per dipendente sono aumentate dello 0,6%, in linea con il minimo storico realizzato l’anno precedente ma in lieve accelerazione nell’ultimo trimestre (+0,8%). Le retribuzioni lorde di fatto per unità di lavoro
equivalenti a tempo pieno registrano un aumento dello 0,2% contro lo 0,7% del 2016. Il costo del lavoro per occupato è cresciuto dello 0,4%, mentre quello rapportato alle unità di
prodotto è diminuito dello 0,1% a testimonianza di una ripresa della produttività del lavoro (+0,4%).

TORNA A CRESCERE IL MEZZOGIORNO: Nel biennio 2015-2016 l’economia è tornata a crescere nel Mezzogiorno, dopo sette anni di contrazione: il Pil in volume è aumentato del 2,4%, un
valore superiore a quello medio nazionale (+1,9%).

PROSEGUE IL RIMBALZO DEI CONSUMI: Nel 2017 è proseguita la risalita dei consumi delle famiglie. Il volume della spesa delle famiglie residenti è aumentato dell’1,4%, un ritmo
analogo a quello del 2016.

RIPARTE IL COMMERCIO INTERNAZIONALE: L’Italia ha beneficiato nel 2017 della ripresa del commercio internazionale. Il volume delle esportazioni è cresciuto del 5,4%, quello delle
importazioni del 5,3%. L’avanzo commerciale è stato di 47,5 miliardi, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (49,6 miliardi). Al netto dei prodotti energetici, l’avanzo è invece cresciuto da 76,2 a 81 miliardi.

BENE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE: Positivo anche l’andamento della produzione industriale che nel 2017 è aumentata del 3,6% al netto degli effetti di calendario, rispetto al +1,9% del
2016.

GIÙ DEFICIT, DEBITO E PRESSIONE FISCALE: L’indebitamento netto è sceso sotto i 40 miliardi di euro e la sua incidenza sul Pil è diminuita dal 2,5 al 2,3%. In calo anche il rapporto
tra debito e Pil, dal 132 al 131,8% e la pressione fiscale da 42,7 a 42,5%.

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