Pescara, desertificazione commerciale, Confesercenti: riportiamo gli uffici in centro

“Il centro vive una condizione precaria – dice Confesercenti – e le iniziative di rivitalizzazione sono molto importanti”

“Due immobili acquistati con i risparmi dei pescaresi, ovvero la sede dell’ex Caripe in corso Umberto e l’ex Banco di Napoli all’angolo con corso Vittorio Emanuele, assieme al palazzetto che ospitava i negozi di Paride Albanese oggi di proprietà di un istituto bancario nazionale”.

Sono i tre immobili dai quali parte la proposta di Confesercenti per la rivitalizzazione del centro di Pescara, alle prese con il rischio di perdere altre insegne storiche.

«I commercianti sono “ottimisti per lavoro”, e non si spaventano di fronte alle chiusure – spiegano il presidente di Confesercenti Raffaele Fava ed il direttore Gianni Taucci – ma è indubbio che il centro di Pescara vive una condizione precaria. Le iniziative di rivitalizzazione, a partire dal Centro commerciale naturale, sono molto importanti, concentrano i clienti nei fine settimana, ma continua a mancare il passaggio quotidiano di potenziali clienti: al di fuori di chi lavora nei negozi e negli studi professionali, le persone non hanno motivi obiettivi per frequentare il centro città al di fuori del tempo libero».

Da qui arriva la proposta di riutilizzo dei beni immobili presenti in centro, a cominciare da quelli di proprietà della Fondazione Pescarabruzzo.

«Sono immobili di grande pregio, dall’enorme potenziale ma obiettivamente sottoutilizzati – spiegano Fava e Taucci – acquistati fra l’altro con i risparmi dei pescaresi. Immaginare per questi spazi solo obiettivi culturali, fra l’altro a poche centinaia di metri dal Museo Vittoria Colonna, rischia di essere controproducente: tornare invece a conferire a questi immobili un ruolo amministrativo consentirà di avere in centro un nuovo via-vai di persone, impiegati, dirigenti, utenti nei giorni feriali, ovvero proprio quello che manca oggi al centro urbano di Pescara. Le scelte del passato, quelle cioè di delocalizzare tutti gli uffici pubblici a cominciare dall’università un tempo dislocata in piazza Primo maggio, hanno nei fatti svuotato il centro delle funzioni non commerciali, ma oggi il commercio da solo non può reggere l’intero centro urbano, garantirne la vitalità e attrarre gente».

La proposta Confesercenti, inviata a tutti i partiti politici, indica anche possibili soluzioni: «Si può partire – sottolineano il presidente e il direttore dell’associazione – dagli uffici di vertice della Regione Abruzzo e delle sue società controllate, oggi in zone distanti dal terminal bus, dal parcheggio centrale e dalla stazione ferroviaria: la loro riallocazione in centro sarebbe compatibile con i progetti di mobilità sostenibile promossi dalle amministrazioni. I tre immobili in questione sono di grande pregio e sono in grado di dare risposte anche funzionali alle esigenze della Regione e delle sue società. Ci aspettiamo che si entri nel merito di questa proposta».

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