Riforma CCIAA, la proposta Confesercenti Lombardia: creare poli aggregativi forti

Il Direttore Regionale Alessio Merigo al Convegno regionale sulla Riforma delle Camere di Commercio

Alessio_Merigo“Non credo che la soluzione consista nella pura sommatoria di piccole realtà che, nella migliore delle ipotesi, con ulteriori tagli manterrebbero margini ridotti sul piano degli aiuti economici alle imprese. Pensiamo, per contro, che si possano ipotizzare alcuni poli aggregativi forti – come Milano, Brescia, Bergamo e altri – attorno ai quali le altre Camere possano trovare sostenibilità e risorse condivise”.

A “lanciare” la proposta è il direttore regionale di Confesercenti, Alessio Merigo, al convegno “Camere di commercio a un passo dalla riforma”, svoltosi nella sede di via Sirtori a Milano e introdotto dal presidente regionale Giorgio Ambrosioni. Il confronto è stato aperto con Giandomenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia e con l’assessore al Commercio, Turismo e Terziario della Regione Lombardia, Mauro Parolini, mentre le conclusioni sono state affidate al segretario generale Confesercenti Nazionale, Mauro Bussoni.

“Dobbiamo – ha dichiarato il presidente Ambrosioni recuperare con più coraggio il tempo perduto che ci separa dalla riforma delle Camere di commercio. L’eventualità di un intervento che possa compromettere non solo il lavoro passato, ma anche le prospettive future, ci obbliga a una riflessione”. Il decreto legge sulle Camere di commercio prevede la razionalizzazione del sistema camerale (105 Camere e 19 Unioni Regionali; 1 miliardo, 395 milioni di € di fabbisogno), con una riduzione nell’obbligo di versamento dei contributi da parte delle imprese in misura crescente. La riforma Madia della PA contempla anche princìpi di carattere dimensionale, stabilendo la presenza di una sola Camera per almeno 80mila imprese.

Imprimere un’accelerazione anomala comprimendo i ricavi derivanti dai diritti camerali sin dal 2015 e imponendo radicali modifiche nel breve periodo, può rivelarsi controproducente ai fini del mantenimento del ruolo istituzionale delle Camere – osserva Merigo C’è un margine di incomprimibilità nei costi fissi; in compenso, il provvedimento potrà avere come conseguenza una contrazione degli investimenti a sostegno delle imprese, un calo degli interventi a favore del credito ed una rivisitazione dell’investimento in assetti compartecipati. Secondo la previsione dei nostri uffici, con l’ipotesi del diritto camerale ridotto a regime del 50%, l’incidenza dei costi fissi salirà al 71%. Il vero problema, oggi, è se in Lombardia esistano o meno i presupposti per avviare nel concreto un processo di riorganizzazione. Noi crediamo di sì! Ora si stratta di passare dalle parole ai fatti”.

I temi sono tre: sostenibilità di bilancio e realizzazione di economie di scala; accorpamento territoriale; intervento sulle partecipate. L’idea progettuale di Confesercenti è creare poli aggregativi che, per dotazioni finanziarie, strutture operative e know how, possano garantire la massima efficienza e la necessaria solidarietà. In sintesi, aggregazioni su base economico-finanziaria come elemento da anteporre a quello territoriale: a tale operazione si deve affiancare la drastica revisione di alcuni capitoli di spesa per sfruttare pienamente l’utilizzo del digitale.

Scelte “ben ponderate e altrettanto veloci” vanno compiute per quanto concerne le partecipate del sistema camerale e, in particolare, le aziende speciali che nella nostra regione hanno assunto un ruolo molto importante sui temi dell’internazionalizzazione e del sostegno alle imprese. “Le soluzioni – rileva il direttore regionalepotrebbero essere molteplici, come accorparle seguendo le logiche del sistema camerale. Ma, probabilmente, non raggiungeremmo un livello adeguato di efficacia ed efficienza. Forse è giunto il tempo di pensare ad un’unica azienda speciale a carattere regionale che possa interfacciarsi con tutto il mondo camerale, che sia dotata di adeguate risorse professionali e possa agire sul mercato mondiale con un alto profilo di competitività”.

La necessità di una riforma delle Camere di commercio è sostenuta dal presidente di Unioncamere, Auricchio, a patto che “si rispetti una situazione geo-economica”. “Cambiare è obbligatorio” anche per l’assessore Parolini, ma “servono strumenti adeguati per governare la complessità. Finora le Cdc hanno prodotto risultati positivi, sono dell’opinione che il taglio del 35% sia già sufficiente. D’accordo anche sugli accorpamenti, salvaguardando però l’autonomia e le specificità territoriali. Sulle aziende speciali, sono più per un’idea federale”. “Se le Camere – aggiunge – hanno troppo personale e costi troppo alti, cominciamo da subito ad eliminare ciò che non serve. E’ bene che la Lombardia  sia  la  prima regione ad indicare la strada”.

“Il mondo camerale è un punto di riferimento insostituibile. Se così non va bene, riformiamolo, ma facciamolo nel modo dovuto. Riteniamo giusto – conclude il segretario nazionale Bussoniche chi rappresenta le imprese possa avere voce nella governance delle Camere. Vorrei si potesse realizzare un accordo tra i diversi soggetti”.

 

Il Direttore Confesercenti regionale Lombardia

Condividi