Sicurezza nei centri commerciali, Confesercenti Brindisi: questione che merita attenzione di tutti

La nota dell’associazione: le gallerie  più esposte al pericolo, vanno opportunamente regolamentate

Oltre i fatti di cronaca, nei centri commerciali del territorio c’è un problema di  sicurezza. L’ultimo episodio delittuoso, la rapina messa a segno l’otto marzo in una  gioielleria della Galleria del centro commerciale Auchan di Mesagne, ha scosso non  poco la comunità locale. Soprattutto per il modus operandi adottato dai malviventi  che hanno colpito in pieno giorno, in presenza di tante famiglie e, per giunta,  indisturbati.

Sull’argomento nei giorni scorsi è intervenuto il presidente provinciale dell’Adoc,  Giuseppe Zippo, il quale ha giustamente evidenziato l’esistenza di un problema di  sicurezza per i cittadini. Confesercenti condivide le preoccupazioni dell’associazione  dei consumatori e crede che la “questione sicurezza” meriti una particolare attenzione  da parte di tutti.  Per fortuna, a parte lo spavento, non ci sono stati problemi per coloro che in quel  momento si trovavano nella galleria del centro commerciale mesagnese. Per fortuna!  Ma ci sono dei precedenti, anche a livello nazionale, che invitano a prestare la  massima attenzione. Basti pensare ai fatti di Torino e alle conseguenze, a quello che  ci ha insegnato e lasciato in eredità, Circolare Gabrielli in primis. Il panico, a volte  anche immotivato, può avere risvolti devastanti. Le gallerie del centri commerciali  dovrebbero essere considerate come vere e proprie piazze chiuse e, per questo, più  esposte al pericolo ed opportunamente regolamentate. Le nostre non sono ipotesi,  sono fatti realmente e recentemente accaduti.

Quindi, tornando a Brindisi, vale la pena chiedersi cosa sarebbe successo se i balordi  avessero aperto il fuoco, se la vicenda avesse assunto una piega diversa. Come  avrebbero fatto gli avventori ad abbandonare velocemente il centro commerciale?  Non sarebbe stato facile perché nel nostro territorio, nei centri di grande  distribuzione, le vie di fuga sono spesso ostruite. Quelli, però, sono spazi comuni ed è  bene sapere che i centri commerciali sono progettati e autorizzati tenendo conto di  parametri precisi: c’è una proporzione fra i metri quadri destinati a spazi  commerciali, ai parcheggi e alle aree comuni. E queste ultime, pensate anche per far  defluire la gente in caso di pericolo, non possono avere una destinazione d’uso  commerciale. Non sono, in altre parole, vetrine nelle quali “esporre” auto, stand ecc.  Queste aree, per il bene degli avventori, devono essere libere da barriere di qualunque  tipo. Vale la pena continuare a rischiare? O, forse, è opportuno iniziare a rispettare le  regole a beneficio della sicurezza e della legalità nei luoghi pubblici, peraltro molto  frequentati anche dai bambini, come i centri commerciali?

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