Tariffe: nel 2016 calano le nazionali (-0,6%) ma le tariffe locali non si fermano (+1,2%). Corrono acqua (+3,4%) e asili nido (+3,1%)

Dal 2012 caro-asili del 9,7%, il doppio dell’inflazione. Continua il calo delle energetiche (-6,7%)

Lo sconto sul canone ‘taglia’ le tariffe a controllo nazionale, che a metà 2016 segnano un calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Le tariffe locali, invece, rallentano ma continuano a crescere (+1,2%). Un ritmo un po’ più lento di quello registrato lo scorso anno (+1,7%), ma che basta ad annullare di fatto gli effetti del calo delle tariffe nazionali, portando ad una crescita complessiva delle tariffe non energetiche dello 0,1%. Le energetiche, invece, continuano il calo (-6,7%), in linea con la generale discesa delle quotazioni di petrolio e gas naturale. E’ quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Economico Confesercenti.

Variazioni tendenziali percentuali per alcune tariffe

2015

2016*

Tariffe a controllo nazionale

+0,5

-0,6

tra cui:

Canone TV

0

-11,9

Trasporti Ferroviari nazionali

-1,5

-3,1

Medicinali

0

-0,7

Pedaggio Autostrade

+1,3

+0,8

Tariffe a controllo locale

+1,7

+1,2

tra cui: 

Acqua potabile

+8,5

+3,4

Asili nido

+0,7

+3,1

Istruzione secondaria e universitaria

+1,9

+1,5

Trasporti ferroviari regionali

+2,0

+1,2

Musei

+2,8

+1,1

rifiuti solidi urbani

-2,9

+0,7

Totale tariffe non energetiche

+0,9

+0,1

Tariffe energetiche

-2,5

-6,7

di cui

energia elettrica

-1,5

-1,8

gas di rete

-3,6

-10,5

 

Variazioni tendenziali percentuali cumulate asili nido e prezzi al consumo, 2012-2016

2012

2013

2014

2015

2016*

2012-2016

Asili nido

+2,1

+2,8

+1

+0,7

+3,1

+9,7

Prezzi

+3

+1,2

+0,2

+0,1

-0,3

+4,2

Fonte: Elaborazioni Confesercenti su dati Unioncamere e Ref. Ricerche (*dato a maggio 2016)

Considerando le tariffe nazionali, la riduzione è guidata dalla rimodulazione dell’importo del canone tv, fissato ora a 100 euro con un calo dell’11,9% sullo scorso anno. Contribuiscono alla discesa anche i trasporti ferroviari nazionali (-3,1%) ed in misura minore i medicinali (-0,7%), categoria che include anche i farmaci di fascia ‘C’ con obbligo di prescrizione.

Sul fronte locale, invece, ad aumentare è soprattutto la bolletta dell’acqua potabile, che nel 2016 cresce del 3,4%, anche se il dato è decisamente in frenata rispetto all’8,5% di incremento medio registrato lo scorso anno. Accelerano, invece, gli aumenti degli asili nidi: dopo la tregua del 2015 (+0,7%), i costi per le famiglie italiane nel 2016 tornano ad aumentare del 3,1%. Dal 2012 l’incremento è stato del 9,7%, oltre il doppio dell’inflazione nello stesso periodo. Un caro-asili particolarmente esoso, che non sembra corrispondere – viste le difficoltà registrate in molte città, tra cui Roma – ad un aumento dell’offerta del servizio. In rialzo nel 2016 anche istruzione secondaria e universitaria (+1,5%), trasporti ferroviari regionali (+1,2%) e rifiuti solidi urbani (+0,7%).

“Anche sul piano delle tariffe – spiega Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti – si inizia a registrare l’andamento contradditorio spesso rilevato nel fisco: tagli a livello nazionale ed aumenti locali. Il timore è che, con il ‘ congelamento’ delle tasse locali giustamente deciso dal governo, il fenomeno possa peggiorare: le tariffe sono una delle poche leve economiche rimaste alle amministrazioni locali, in cronica mancanza di fondi a causa dei tagli dei trasferimenti centrali. In particolare, temiamo nel corso dell’anno forti aumenti relativi al servizio raccolta smaltimento rifiuti, soprattutto per le imprese turistiche e commerciali urbane. In media un ristorante nel 2015 ha pagato 2.750 euro l’anno, un albergo oltre 5.600: altri incrementi metterebbero in seria difficoltà le imprese”.

 

Spesa media annua servizio raccolta e smaltimento rifiuti

2015

Famiglie

272

Ristorante

2.750

Bar

1.059

Albergo

5.666

Fonte: Stime Confesercenti

 

Roma, 9 luglio 2016

 

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