Turismo, le cinque proposte Assoturismo per superare la crisi

La conferenza a Napoli: “Estendere benefici Irap ai 300mila lavoratori stagionali del turismo”

Cinque proposte per superare la crisi del turismo, e restituire slancio ad un settore volano dell’economia italiana. A lanciarle è Assoturismo Confesercenti, in conferenza stampaogni a Napoli, prima dell’incontro tra il Ministro del MIBACT Dario Franceschini e i suoi corrispettivi europei. “E’ ora di finirla di penalizzare il turismo in Italia – ha affermato Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo, intervenendo all’incontro – quando invece dovrebbe essere una delle leve del ritorno alla crescita”. Tra le richieste della Confederazione delle imprese turistiche anche l’estensione ai lavoratori stagionali del turismo, così come inquadrati dai contratti nazionali, dei benefici Irap previsti dalla legge di stabilità .Nel corso dell’incontro è stato presentato anche un report sulla situazione del turismo e delle imprese turistiche in Italia. Il report è disponibile qui .

Per salvare il settore del turismo in Italia ”che continua a non beneficiare dell’esplosione che si registra in tutti gli altri Paesi”, a giudizio di Massimo Biagioni, responsabile nazionale di settore della Confesercenti è ”necessario mettere mano alle norme, disboscare, semplificare. Una operazione che non ha costi”. L’Assoturismo di Confesercenti oggi si è riunito a Napoli, in concomitanza del vertice degli assessori regionali, per lanciare un pacchetto di proposte per ridare fiato alle imprese del settore.

”Occorre che l’attuale immobilismo e disinteresse sul tema delle politiche turistiche verso le piccole e medie imprese del settore – ha detto ancora Biagioni – giunga finalmente a termine, che il turismo venga messa in cima all’agenda della politica economica italiana”.

“Il noto economista americano, Jeremy Rifkin – si legge nel documento presentato da Assoturismo –  ha di recente affermato come “L’espressione più potente e visibile della nuova economia dell’esperienza è il turismo globale: una forma di produzione culturale emersa, ai margini della vita economica appena mezzo secolo fa, per diventare rapidamente una delle più importanti industrie del mondo”. Peccato che di questa esplosione economica il nostro Paese continua a non beneficiarne, considerato che dal 2009 il turismo mondiale ha registrato oltre duecento milioni di nuovi viaggiatori e l’Italia, quinta nel mondo per numero di visitatori, ha subìto un calo di oltre il 4,5%. Una serie di pesanti handicap, di vincoli burocratici e di una fiscalità locale aumentata a dismisura sta penalizzando le imprese turistiche italiane e, di conseguenza, i territori che di turismo vivono e prosperano.

 Necessita, dunque, un nuovo e diverso interesse delle Istituzioni e del Governo, verso questo fondamentale comparto produttivo, con una politica in grado di consentire una decisiva inversione di tendenza ed una immediata ripresa dell’economia turistica italiana. Il turismo, infatti, rappresenta un settore economico di importanza strategica per l’Italia: genera il 5,4% del PIL del nostro Paese, ma potrebbe e dovrebbe avere un peso maggiore. Per questo Assoturismo auspica che il cambio di passo annunciato sia realmente tale, in quanto finora molto poco si è fatto per permettere al comparto di riprendersi e competere con successo sul piano dell’attrattività internazionale.

Occorre che l’attuale immobilismo e disinteresse sul tema delle politiche turistiche verso le piccole e medie imprese del settore, che costituiscono circa l’80% dell’offerta nazionale, giunga finalmente a termine, che il turismo venga messo in cima all’agenda della politica economica italiana, che si tenga conto delle esigenze e delle aspettative degli imprenditori, dei propri collaboratori e dipendenti, e che dal Forum sul Turismo Europeo, in programma in questi giorni a Napoli, emerga con chiarezza e con forte decisione la volontà del nostro Governo di conferire al settore maggiore dignità, più risorse e più attenzione. In caso contrario non potrà avere per l’Italia quel ruolo di volano della crescita e dello sviluppo sul quale, invece, hanno puntato i Paesi nostri competitor. Assoturismo Confesercenti desidera, a tale proposito, fornire il proprio contributo di idee e di proposte avanzando cinque indispensabili priorità, che il nostro Governo può attuare con tempestività e senza oneri per lo Stato, se intende veramente voler superare una crisi che assilla il settore ormai da diversi anni.

 Piano straordinario dei Trasporti

 Adozione di un Piano straordinario della mobilità turistica in grado di facilitare la raggiungibilità e la fruibilità del nostro enorme patrimonio turistico, storico ed ambientale, con una particolare attenzione ai centri minori, al Sud d’Italia ed alle Isole, promuovendo circuiti turistici di eccellenza, sostenendo tariffe autostradali ridotte, aumentando il numero delle corse di traghetti, incrementando l’alta velocità ferroviaria nel meridione e l’apertura di aeroporti per i voli low cost e di porti turistici, con un progetto complessivo di rafforzamento della dotazione infrastrutturale nel nostro Mezzogiorno e nella riqualificazione dei servizi di trasporto e di accoglienza, per renderlo definitivamente competitivo a livello internazionale.

 Allungamento stagione turistica Attuazione di urgenti misure per destagionalizzare i flussi turistici, modificando il programma scolastico con lo spostamento ad ottobre dell’apertura di inizio anno e l’introduzione di periodi di vacanze nel corso dell’intero anno didattico, sviluppando un calendario di eventi specifici con la creazione di circuiti secondari e segmentando la domanda con la promozione di specifici prodotti e di azioni mirate a determinate fasce del turismo domestico, in località a forte impatto ambientale (pescaturismo, cicloturismo, trekking, terme e benessere), in una logica che punti a svincolare l’offerta turistica della stagionalità per mirare, invece, su una stagione “lunga un anno”.

 Salvaguardia del turismo balneare

Emanazione di un provvedimento legislativo tale da assicurare una diversa più lunga durata delle attuali concessioni demaniali marittime, pari almeno a 30 anni, così da tutelare il lavoro e il capitale investito dalle oltre 30.000 imprese turistiche balneari italiane, con una contemporanea riforma organica del settore che elimini, una volta per tutte, lo stato di profonda incertezza e di precarietà delle stesse, con conseguente paralisi degli investimenti e dell’innovazione, superando la direttiva comunitaria di indirizzo e l’alienazione, con un diritto d’opzione in favore dei concessionari stessi delle porzioni di demanio marittimo che hanno perso le caratteristiche della destinazione ai pubblici usi del mare.

  Formazione professionale obbligatoria

L’eccesso di liberalizzazione nelle aperture di molte imprese e professioni turistiche ha, di fatto, creato una dilagante improvvisazione nell’esercizio dell’attività turistica, con gravi e pesanti ripercussioni sia nei rapporti con le esigenze e le aspettative dei consumatori che nelle dinamiche  del mercato stesso. La formazione professionale obbligatoria deve invece rappresentare la condizione base per lo sviluppo ed il mutamento del sistema economico e sociale, in modo tale da consentire al sistema delle imprese di coglierne gli obiettivi di crescita e di innovazione. Una barriera d’ingresso all’apertura, all’esercizio ed alla professione delle aziende turistiche deve essere costituita da una seria, qualificata e certificata “istruzione turistica”, attraverso una formazione che impedisca all’aspirante imprenditore (pubblico esercizio, ristoratore, guida turistica, animatore) di svolgere, senza la indispensabile e necessaria preparazione e conoscenza, una attività destinata inevitabilmente a chiudersi nel giro di pochi anni.

 Lotta all’abusivismo e alla concorrenza sleale.

Un piano finalizzato ad una vera e propria lotta all’abusivismo nel settore deve costituire il primo energico intervento del nostro Governo. Va ripristinata la certezza del diritto e la parità delle condizioni di lavoro e d’impresa, mettendo gli addetti del settore nelle condizioni di poter sostenere la concorrenza in un sistema a libera economia, così come si è scelto di operare, senza privilegi per nessuno ma, soprattutto, senza che ci siano evidenti abusi e situazioni di maggior favore nei confronti di una miriade di soggetti che operano alla luce del sole senza le prescritte autorizzazioni amministrative e di igiene pubblica, senza il rispetto delle disposizioni legislative che regolano le attività esercitate e senza il rilascio dei corrispettivi fiscali, sottraendo così ingenti risorse allo Stato in materia erariale, con la tolleranza, in taluni casi, di coloro che dovrebbero sorvegliare ed intervenire per far rispettare le regole comuni.

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