E’ sbagliato e riduttivo ridurre i problemi della categoria dei tabaccai all’aggio sulle sigarette e la scarsa adesione allo sciopero proclamato a partire da ieri ne è una dimostrazione. Chi gestisce una tabaccheria non solo deve fare i conti con costi di gestione e tasse sempre più pesanti e guadagni sempre più leggeri, ma anche con la paura ed i rischi che comportano le attività di riscossione e di vendita per conto dello Stato.
C’è senza dubbio bisogno di interventi in favore di questa categoria, ma che tengano conto in toto dell’attività che da essa viene svolta. Riguardo all’aggio, ad esempio, non basta parlare di aumento per quello sui tabacchi lavorati, sarebbe più giusto parlare di parificazione dell’aggio
anche rispetto agli altri prodotti e servizi offerti nelle tabaccherie, in molti casi per conto terzi.
La ricerca di un dialogo con Governo ed Istituzioni non ha prodotto risultati, è vero, ma non è tempestivo ne’ sensato uno sciopero contro un esecutivo appena formatosi e prima ancora di aver valutato le possibilità di un confronto diverso, più utile e costruttivo del passato. Per questo, siamo dell’idea che sarebbe più opportuno cercare un dialogo nuovo con il nuovo Governo, un dialogo che prenda in considerazione tutte le reali emergenze dei tabaccai che ogni giorno lottano per non chiudere e che troppo spesso non tornano a casa e finiscono sulle cronache dei giornali.