Imprese, Confesercenti: “Negli ultimi 5 anni da calamità naturali danni gravi per 22mila PMI”

Negozi, bar, ristoranti. Ma anche capannoni, botteghe artigiane, fabbriche e aziende agricole. Negli ultimi 5 anni sono state almeno 22mila le imprese danneggiate gravemente da calamità naturali: 12mila a causa del dissesto idrogeologico, materializzatosi come alluvioni, esondazioni e smottamenti causati dalle precipitazioni, a cui vanno aggiunte altre 10mila PMI vittime di catastrofi sismiche. Complessivamente, per le imprese si è trattato di un danno diretto di circa 700milioni di euro.

A stimare l’impatto sul tessuto imprenditoriale è l’Ufficio economico Confesercenti, a partire dai dati Istat, Cresme-Ance, Eurispes e del Corpo forestale dello Stato. Il tema delle calamità naturali nel nostro Paese è in generale collegato alla difficoltà strutturale della prevenzione dei rischi e del corretto utilizzo del territorio, che rimanda all’altrettanto evidente difficoltà a programmare l’uso delle risorse e del territorio stesso. Inoltre, per ciò che riguarda la specificità dei danni al tessuto economico-produttivo, la modalità dei rimborsi alle imprese si ferma ai soli danni materiali. Per le imprese, ad esempio, non viene considerato in alcun modo il danno economico, costituito dalla perdita di valore aggiunto diretto ed indiretto, che può protrarsi per più anni. E spesso è necessario molto tempo anche per ottenere il rimborso: mesi nel migliore dei casi, ma non è insolito che si possano impiegare anni.

Negli ultimi anni lo stato del territorio italiano è notevolmente peggiorato sia per il rischio sismico, sia nella quantità di aree soggette a criticità idrogeologiche. Il numero dei Comuni in aree ad elevato rischio idrogeologico, straordinariamente cresciuto, è passato a quasi 7.000 del 2000, equivalente al 10% della superficie territoriale italiana (29,5mila kmq), e all’85% dei comuni; quello dei Comuni a rischio sismico è salito a quasi 3.000, il 44% del territorio complessivo (131mila kmq). Sulla base della superficie territoriale ad elevato rischio naturale, si stima che la popolazione potenzialmente esposta ad un elevato rischio idrogeologico sia pari a 5,8 milioni di persone e ad elevato rischio sismico sia pari a 21,8 milioni di persone. In Italia, dal dopoguerra ad oggi, sono stati registrati oltre 1000 eventi di frana con vittime in più di 900 località, e circa 700 eventi d’inondazione con vittime in più di 500 luoghi. In questo periodo, il numero complessivo di morti, feriti e dispersi, provocato da eventi idrogeologici è stato di oltre 9.000.

Dal 1944 ad oggi il Paese ha speso circa 242,5 miliardi di euro per fronteggiare i danni provocati da terremoti e da eventi franosi ed alluvionali: circa 3,5 miliardi all’anno. La spesa, è stata destinata per 74,6% ai danni da terremoto e per il 25,4% a danni da dissesti idrogeologici. Ma la spesa annuale, attualizzata, è aumentata nel tempo a testimonianza che le condizioni del territorio sono progressivamente peggiorate: tra il 1944 e il 1990, la spesa media è stata di circa 2,8 miliardi (di euro) all’anno; i danni relativi ad eventi verificati tra il 1991 e il 2009 sono costati circa 4,7 miliardi all’anno; i costi delle calamità naturali accadute dal 2010 al 2014, ammontano ad una media annua di oltre 6 miliardi l’anno. ll volume medio annuo dei danni da dissesto idrogeologico degli ultimi 20 anni, indicato dal Ministero dell’Ambiente è di 2,5 miliardi.

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