Grosseto: turismo, “Una stagione tra luci e ombre”, secondo quanto emerso dal sondaggio Confesercenti

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Da un sondaggio effettuato da Confesercenti Grosseto tra gli imprenditori maremmani, per capire come sia andata la stagione turistica, le oltre 300 imprese che hanno risposto si sono dette “Abbastanza soddisfatte da un punto di vista di presenze e consumi in termini di numero di clienti, molto meno meno dal punto di vista dei ricavi”.

Il sondaggio di Confesercenti, giunto alla terza edizione, evidenzia una stagione tra alti e bassi e qualche sorpresa. «Ad esempio – sottolinea il direttore provinciale Confesercenti Andrea Biondi gli stabilimenti balneari sono coloro che hanno dato il giudizio più positivo, il 65% si è detto soddisfatto o molto soddisfatto (lo scorso anno era il 50%), quindi il caro ombrellone di cui tanto si è parlato non ha scoraggiato i turisti nel frequentare le spiagge».

A seguire le strutture ricettive. Gli imprenditori in questo caso si sono divisi a metà: 56% soddisfatti e il 44% no. La ristorazione fa registrare un 36% di soddisfazione mentre i negozi solo il 27%.
Per quanto riguarda i territori se gli imprenditori della costa nord della provincia non si lamentano, nell’intero entroterra invece il 76% non è soddisfatto dei risultati, ossia due imprenditori su tre.
Va meglio a Castiglione della Pescaia (59% di soddisfazione), seguito da Follonica, per poi procedere con i territori costieri dove é maggiore l’insoddisfazione, Grosseto e Orbetello-Argentario. In generale, ad esclusione di Grosseto che migliora la performance, per i restanti territori si registra un calo in termini di soddisfazione.

Se il numero di scontrini è buono la spesa media per scontrino è invece più bassa. Il potere di acquisto dei turisti continua a diminuire in quanto diminuisce la propensione alla spesa. Inoltre continua ad accorciarsi la lunghezza del soggiorno, cosa che, inevitabilmente, fa salire i costi delle imprese e riduce tempo e risorse destinate ai consumi in loco. Quello dei costi fissi è uno dei problemi delle imprese: personale, e costi energetici sono quelli che incidono di più.

Nonostante da tempo si insista sulla necessità di allungare la stagione balneare questo obiettivo si scontra con il fatto che, specie chi ha dipendenti, fa fatica a sostenere i costi visto che l’afflusso turistico fuori stagione è relativo e questo porta la nostra terra, ancora una volta, a puntare sul turismo balneare.

Gli imprenditori hanno poi espresso un giudizio negativo sulla promozione e sulla presenza di servizi digitali. «Si chiede la promozione di un brand comune territoriale Maremma Toscana che sia ben riconoscibile – prosegue Biondi – oltre a infrastrutture pubbliche, strade, ferrovie, aeroporti. E poi si punta il dito sulla concorrenza sleale che per il settore ricettivo è determinata dalle seconde case (30mila sul nostro territorio costiero) dove persiste il fenomeno degli affitti sommersi, mentre per la ristorazione sono sagre e feste il problema che vanno avanti, spesso, tutta l’estate.

Dagli operatori poi arrivano indicazioni precise: i turismi su cui puntare sono quello culturale ed enogastronomico, valorizzando la tipicità della Maremma».

Gianluca Soldateschi, presidente provinciale Assoturismo sottolinea: «Il turismo che non ha subito flessioni è quello luxury. A Punta Ala non ci sono stati problemi, ad essere in difficoltà è il ceto medio basso, e quelle mete turistiche che vi fanno riferimento. Per questo io non credo che la soluzione sia abbassare i costi, non siamo la Romagna, e anzi ci sono località più care di noi che hanno fatto tutto esaurito questa estate. Anche la Puglia negli anni ha aumentato le proprie tariffe del resto i costi tra materia prima e energia sono aumentati vertiginosamente per le imprese, ma dobbiamo migliorare l’offerta. Abbiamo notato che la massima insoddisfazione è quella dei negozianti, dove si lavora spesso sul volume del vensuto. Se il turista non può fare a meno di prendere l’ombrellone, magari risparmia sui souvenir o sul costume nuovo, ed addirittura chi prende un appartamento spesso arriva con la spesa già fatta a casa».

«Questo territorio va fatto conoscere nel modo giusto, e invece c’è molta insoddisfazione proprio sulla promozione che però le imprese non possono fare da sole. Ed è su questo che bisogna puntare, oltre ad una maggior concertazione, ad esempio sull’uso della tassa di soggiorno coinvolgendo le associazioni di categoria».

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