Il Presidente Gavazzi: “Per allineare la capacità ricettiva alla domanda servono investimenti in infrastrutture, promozione internazionale, diversificazione dell’offerta e agevolazioni per le imprese”
L’Italia è un Paese leader in Europa per capacità ricettiva. Questo però non si rispecchia perfettamente anche in Maremma che presenta criticità da non sottovalutare. È quanto si evince leggendo i dati pervenuti da Assohotel Confesercenti nazionale.
Dicembre è un mese di bilanci, essendo la conclusione dell’anno solare. Il momento ideale per una riflessione. L’Italia si conferma prima in Europa per numero di alberghi e posti letto: 32.943 strutture e 2,3 milioni di letti, secondo i dati Eurostat 2024 elaborati dal Centro studi turistici per Assohotel Confesercenti. Un sistema fatto di piccole e medie imprese che garantisce una capacità ricettiva di primissimo piano, con un tasso di occupazione del 52,4%, superiore alla media europea.
“Un primato che testimonia la forza del modello italiano – prosegue Pietro Gavazzi, presidente provinciale di Assohotel Confesercenti Grosseto – ma che non deve farci dimenticare le criticità locali. In Maremma, nel 2025, nonostante la crescita nazionale (+2,1% presenze totali), registriamo contrazione delle presenze e soprattutto della spesa, principalmente dei turisti nazionali: -2,6% presenze tra 2024 e primo quadrimestre 2025, estate rallentata (-1,2% coste toscane) e un luglio ‘nero’ con punte di -15% di ricavi per le imprese”.
Secondo Gavazzi, le principali difficoltà del territorio sono: infrastrutture e raggiungibilità (l’assenza di aeroporto vicino, viabilità veicolare inadeguata e collegamenti interni insufficienti frenano l’incoming internazionale); calo della domanda interna (forte dipendenza dal turismo domestico, penalizzato da inflazione e costi elevati); stagionalità accentuata (concentrazione estiva che genera precarietà e bassi tassi di occupazione fuori stagione); ed infine competitività e sostenibilità, ovvero la concorrenza di destinazioni più accessibili e crescita delle locazioni brevi che riducono l’indotto per gli alberghi.
“Per allineare la capacità ricettiva alla domanda – conclude Gavazzi – servono investimenti in infrastrutture, promozione internazionale, diversificazione dell’offerta (turismo slow, esperienziale) e agevolazioni per le piccole imprese che caratterizzano il nostro territorio. Solo così potremo trasformare la nostra potenza ricettiva in una reale crescita dei flussi turistici, nei quali il settore alberghiero continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nonostante le difficoltà”.