Confesercenti Arezzo, Covid: zona rossa e commercio

La testimonianza del gioielliere Massimo Boncompagni: “Preoccupazione, amarezza e incertezza per il futuro”

“Preoccupazione, amarezza e incertezza per il futuro” sono questi i sentimenti del conosciuto commerciante di gioielli Massimo Boncompagni, presidente dell’area aretina di Confesercenti. Il passaggio a Zona Rossa lo ha visto costretto, come tanti colleghi, ad abbassare le saracinesche e il registratore di cassa è fermo a zero.

Il suo negozio di gioielli, all’interno della galleria commerciale di viale Giovanni Amendola, già con la Zona Arancione, aveva subito restrizioni in termini di orario di apertura, adesso con la zona Rossa è stata sancita la chiusura fino al 3 dicembre. “Un periodo non semplice” commenta Massimo Boncompagni “durante il quale il pensiero quotidiano è a come poter fronteggiare le difficoltà e riprogrammare la ripresa dell’attività”.

Per Massimo Boncompagni è necessario che si inizi a parlare in prospettiva del Natale per capire come muoversi. “Non sappiamo se realmente” spiega Massimo Boncompagni “dal 4 dicembre saremo aperti o come si legge in qualche quotidiano dal prossimo 11 dicembre. Se si andrà verso al riapertura dovremmo saperlo. Le attività hanno bisogno di acquistare la merce per proporre alla clientela un’offerta mirata all’acquisto di regali da mettere sotto l’albero. Non vogliamo trovarci impreparati ma al tempo stesso non possiamo permetterci di investire, in questo periodo di incertezza, con il rischio di dover tenere chiusi e ritrovarci con un pugno di mosche in mano.

Servono indicazioni chiare, non è più il momento dell’indecisione e dei Dpcm ad oltranza che ogni giorno cambiano quanto deciso precedentemente. Il passaggio in una sola settimana da zona gialla prima, arancio poi fino alla rossa è stato decisamente repentino, inaspettato e incomprensibile per chi come me ha dovuto abbassare le saracinesche. Non vogliamo essere additati come i responsabili dei contagi. Rispettiamo le regole ma personalmente credo che a pagare il prezzo di quello che io giudico un lockdown, siano solo alcune categorie di commercio tra cui quella di cui faccio parte”.

“Personalmente in ottica dell’imminente periodo natalizio” spiega Massimo Boncompagni “vedo un Natale ‘povero’ per i commercianti e ‘ricco’ per il commercio elettronico. Ancora una volta a pagare il prezzo della crisi saranno solo i piccoli commercianti mentre i grandi player continueranno a fare affari, se non addirittura incrementando i fatturati. Per noi comuni commercianti, vedo uno scenario, preoccupante, se non addirittura disastroso, per il 2021 e negli anni a venire”.

Un sentimento comune a tanti altri imprenditori che da mesi stanno affrontando l’emergenza Covid, che ha visto aggiungere alle preoccupazioni sanitarie di non contrarre il virus, quelle di natura economica a causa delle restrizioni che stanno compromettendo lo stato di salute dei bilanci dei negozi tradizionali.

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