Nuova ordinanza Zaia, il commento di Confesercenti Veneto Centrale

Soft Revolution

L’Associazione: “Le limitazioni imposte dalla nuova ordinanza potranno ancora una volta favorire le vendite per asporto e le consegne a domicilio augurandoci che non agevoli ancora di più le vendite online dei grandi gruppi mondiali”

Forse è il caso di chiudere: questo l’amaro commento di Confesercenti, di fronte ad una modifica giornaliera degli indirizzi e dei limiti imposti alle piccole attività commerciali nonché alle sanzioni previste per il loro mancato rispetto (chiusura immediata da 5 a 60 giorni oltre alla sanzione di 400 euro -minima) .

Sembrano di poco rilievo le novità annunciate oggi dal Presidente della Regione ma comportano importanti restrizione a tutto il mondo dei dettaglianti.

Nei negozi fino a 40 mq si potrà entrare al massimo 1 persona. In base alle linee guide suggerite fino ad ora potevano entrare un numero di persone calcolato in base al rispetto dei 3 mq liberi da ingombri a persona e nel rispetto del metro di distanza come più volte ribadito dai medici esperti del settore.

Nei negozi fino a 250mq si potrà entrare un numero di persone una ogni 20 mq.

Sopra i 250 mq uno ogni trenta. La cosa che preoccupa Confesercenti riguarda la responsabilità del negoziante o del gestore del centro o parco commerciale a far rispettare gli obblighi previsti dalla norma attuale (mascherina e distanza e gel) al di fuori del negozio per le persone in attesa di entrare.

Anche in questo caso la responsabilità è a carico dell’esercente con le sanzioni prima descritte.

Diventa quasi impossibile per tante piccole attività il rispetto delle norme. Dove c’è un piccolo esercizio con il solo titolare e l’ingresso permesso ad un solo cliente come potrà fare il titolare a garantire il rispetto dei clienti in attesa all’esterno (dovrà assumere un dipendente solo per questo, e con che risorse lo pagherà).

I problemi riguardano anche gli esercizi un po’ più grandi che ovviamente dovranno prevedere di destinare addetti a questo tipo di servizio senza tra l’altro avere alcun ristoro per questo.

Nei ristoranti la norma che vieta del tutto il buffet ( anche se servito dai camerieri) non crea ulteriori limiti per un settore già in ginocchio.

Tali limitazioni potranno ancora una volta favorire le vendite per asporto e le consegne a domicilio augurandoci che lo stesso non favorisca ancora di più le vendite online dei grandi gruppi mondiali.

L’invito quindi a comperare sotto casa diventa non solo importante ma obbligatorio se non vogliamo dare la mazzata finale ad un settore , quello della distribuzione, forse tra i più colpiti dalla crisi covid.

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