Confesercenti Torino: “Turismo, in Piemonte mancano 4.000 lavoratori per la primavera: a rischio quasi il 6% del fatturato delle imprese. C’è bisogno di camerieri (1.300 euro al mese), cuochi (1.500) e lavapiatti (1.100)”

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Il Presidente Banchieri: “Il settore è in crescita, ma rischiamo di non poter cogliere pienamente l’occasione”

Il turismo corre, ma anche a Torino e in Piemonte continua la carenza di addetti: per la Pasqua e i mesi primaverili dei ponti – periodi di picco della domanda – nella nostra Regione mancheranno oltre 4.000 i mila lavoratori nelle imprese turistiche. “Una situazione paradossale – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte -: le prospettive del settore – a differenza di ciò che succede nel resto delle attività del commercio, ancora in affanno – sono buone, ma le nostre imprese non riescono a trovare tutti i collaboratori necessari. L’insufficienza di personale sembra ormai strutturale e – specialmente dopo la pandemia – ha assunto contorni sempre più allarmanti. Il problema – continua Banchieri – è duplice: le imprese che abbiamo interpellato per la nostra indagine faticano sia a trovare dipendenti, sia a trovare persone con adeguata preparazione”.

Le difficoltà di reperimento – Segnala difficoltà di reperimento delle figure professionali il 34% delle imprese interpellate; la percentuale di chi lamenta difficoltà sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo.

Le figure professionali cercate – I profili necessari sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l’81,5% professioni qualificate, l’1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. Sono proprio queste ultime figure quelle di più difficile reperimento, le stesse che garantiscono il normale funzionamento di un ristorante o di un albergo. In particolare, c’è bisogno di camerieri, lavapiatti e addetti alle pulizie, ma mancano anche cuochi e receptionist.

Gli stipendi – Sulla base ai vigenti contratti collettivi di lavoro, un cameriere guadagna 1.300 euro mensili, un lavapiatti 1.100, un addetto alle pulizie 1.150, un cuoco 1.500, un receptionist 1.300.

Le conseguenze sulle imprese – Per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato del -5,3% nella prossima primavera.

“Si è inceppato – sottolinea Banchieri – il meccanismo dell’incontro fra domanda e offerta, che non può essere lasciato al passaparola o alle iniziative private. È necessaria una politica del lavoro che punti a rafforzare la formazione professionale legata a specifiche figure di addetto al turismo; si può pensare anche all’offerta rivolta ai pensionati e ai ragazzi in età scolare prevedendo occupazioni temporanee a totale esenzioni di imposta. E anche il Reddito di cittadinanza e le politiche di immigrazione dovrebbero essere gestiti in modo da favorire le opportunità di impiego nel turismo. Nei prossimi giorni presenteremo le nostre proposte a livello nazionale: ma bisogna fare presto perché il rischio è quello di non poter cogliere pienamente la tendenza positiva del settore: eppure le nostre imprese – messe in ginocchio da due anni di Covid – ne hanno l’assoluta necessità”.

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