Anva Confesercenti Modena: l’indagine sulle imprese ambulanti di Modena e provincia

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Il Vicepresidente Panini: “Servono politiche attive per contrastare l’abusivismo e controlli sulla regolarità contributiva, se si vuole evitare l’agonia di un settore che continua a erogare un servizio fondamentale”

Sono 69 i mercati settimanali che si svolgono nei comuni modenesi e 942 (al 31 dicembre 2023), le imprese del commercio ambulante attive in provincia. Le imprese del settore maggiormente presenti nei mercati della provincia sono quelle di abbigliamento e calzature (53,62%), seguite da quelle di prodotti alimentari e bevande (21,64%). L’87,47% delle imprese presenti nel commercio ambulante sono ditte individuali. Anva Confesercenti Modena: “Un settore importante per l’economia del territorio modenese, però in crisi da tempo. È necessario intervenire con politiche attive a sostegno del comparto per non perdere un servizio fondamentale, sia nelle città come nei piccoli centri delle aree interne, un servizio che ravviva i centri cittadini e contribuisce alla crescita dell’economia locale del nostro territorio”

Il commercio su area pubblica è una componente fondamentale dell’economia, e i mercati costituiscono un importante elemento di socialità, attrattività e vivacità, sia per i piccoli centri che per le città di maggiori dimensioni. Questo settore è da anni soggetto a un quadro normativo in costante evoluzione e ha subito nel tempo diverse trasformazioni.

MODENA E PROVINCIA: L’INDAGINE DI ANVA CONFESERCENTI MODENA

La mappa del commercio ambulante a dicembre 2023, ultimo dato disponibile, si componeva nel modo seguente: 69 mercati nella Provincia di Modena, 713 in Emilia Romagna e 5.309 in Italia. Mercati che danno lavoro a 942 imprese attive nella nostra provincia, 6.819 in Emilia Romagna e 160.145 registrate in Italia.

Dal confronto tra il dato nazionale e quello provinciale si rileva che a livello nazionale al primo posto con il 39,7% vi sono imprese che vendono prodotti generici, (classificazione CCIAA altri prodotti) seguiti dalle imprese che vendono articoli di abbigliamento e calzature 37%, ed infine dagli alimentari e bevande per un 19,3%.

Nella provincia di Modena invece la parte dominante la fanno gli ambulanti che vendono abbigliamento e calzature con il 53,62% delle imprese, seguiti dagli operatori su area pubblica che vendono prodotti alimentari e bevande 21,64%, e infine prodotti generici (classificazione CCIAA altri prodotti) per il 18,44%.La maggioranza delle imprese presenti nel commercio ambulante sono ditte individuali: in questo caso il dato modenese è analogo al dato nazionale con l’87,47% di imprese individuali sul totale delle imprese del commercio ambulante, mentre il dato nazionale è il 94,9%.

Se si analizza il totale delle imprese individuali suddivise per attività, emerge che nel settore alimentari e bevande a livello nazionale la prevalenza è data dai venditori di prodotti ortofrutticoli, (frutta e verdura) seguiti da coloro che vendono altri prodotti alimentari e bevande altrove classificati. La situazione si capovolge a livello locale dove al primo posto troviamo operatori che vendono altri alimenti e bevande, seguiti da chi vende prodotti ortofrutticoli quali frutta e verdura.

Per il settore tessile e abbigliamento, la maggioranza degli operatori delle ditte individuali a livello nazionale vende articoli di abbigliamento, rappresentando il 27,50% del totale degli operatori. A livello provinciale, questa percentuale è decisamente più alta, raggiungendo il 46,59% del totale degli operatori.

Si è poi analizzata la pesatura percentuale delle imprese individuali sul totale del commercio al dettaglio confrontando i dati provinciali nazionali e regionali.

Le imprese individuali del commercio ambulante nella nostra provincia rappresentano il 20,8% del totale delle imprese del commercio al dettaglio, mentre a livello regionale la percentuale è del 23,4% e a livello nazionale del 29,2%. Quindi, la componente del commercio ambulante, nella tipologia dell’impresa individuale del commercio, in provincia di Modena è più contenuta rispetto ai dati nazionali e regionali.

Si è poi passato ad indagare la provenienza degli operatori del commercio ambulante ed emerge che a Modena il 37,7% proviene da paesi extra europei mentre oltre il 61% è di provenienza italiana.

L’indagine di Anva Confesercenti affronta poi la suddivisione degli operatori ambulanti di provenienza extracomunitaria, con una presenza significativa nei Comuni della provincia di Modena. Da questa indagine emerge che il Comune con il maggior numero di imprese individuali extracomunitarie del commercio ambulante è Modena, a seguire Carpi, Pavullo, Finale, Sassuolo, Vignola e infine Castelfranco Emilia.

“In provincia di Modena dall’indagine emerge che le imprese individuali con titolare italiano rappresentano la maggioranza, con il 61,29% del totale delle imprese individuali del commercio ambulante. Questo dato è in controtendenza rispetto al dato dell’Emilia Romagna dove invece le imprese individuali con titolare italiano sono il 49,96%, dato che scende ulteriormente al 43,17% se analizziamo il dato nazionale” afferma Paolo Panini, Vicepresidente Provinciale Anva Confesercenti Modena.

“Il commercio su aree pubbliche – continua Panini – sta attraversando da anni una fase di crisi che non è più solo congiunturale e che ha portato il settore a perdere, in Italia tra il 2020 e il 2023, oltre 20.000 imprese, al ritmo di quasi 18 imprese al giorno. Da oltre 15 anni, viviamo una condizione di incertezza normativa che ha portato le imprese a perdere investimenti e competitività. Il nostro settore, pur occupando per poche ore al giorno ed una volta la settimana il suolo pubblico, è sottoposta a complesse procedure di selezione pubblica per poter lavorare con la partecipazione a bandi di cui onestamente non si comprende l’utilità. Occorre cambiare direzione con norme certe e interventi strutturali di qualificazione e innovazione del comparto. Servono politiche attive per contrastare l’abusivismo e controlli sulla regolarità contributiva, se si vuole evitare l’agonia di un settore che continua a erogare un servizio fondamentale, anche nelle aree interne della nostra provincia, sia per i residenti che per i turisti” conclude Paolo Panini.

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