Le cessazioni di operatori storici del mercato sono evidenti. Altre sono in procinto di arrivare nel breve periodo, serve un mercato attrattivo dove gli operatori possano tornare nuovamente ad investire invertendo l’attuale tendenza
Se da una parte la crisi che attraversa il mondo del commercio tutto fa certamente la differenza, le scelte derivanti dall’adozione del nuovo piano del commercio su arre pubbliche, congiuntamente a problematiche di carattere burocratico, stanno peggiorando una situazione già di per se così complessa.
Se è vero che l’adozione del nuovo piano salvaguarda la presenza del mercato in centro (come tra l’altro è sempre stato fin dai tempi più antichi) e libera – per due mattine a settimana – le facciate dei monumenti in un centro sempre più povero di attività commerciali, dall’altra si ravvisano incongruenze su cui è necessario aprire quanto prima una discussione tra categorie previste ed Amministrazione Comunale. Non a caso l’adozione del nuovo piano del commercio prevedeva un aggiornamento dello stesso in tempi rapidi valutata poi l’esperienza sul “campo”. Dopo oltre un anno e mezzo, però, tale aggiornamento non è avvenuto come se i problemi fossero tutti risolti. Così non è, anzi.
Le cessazioni di operatori storici del mercato sono evidenti. Altre sono in procinto di arrivare nel breve periodo.
Il caos degli spostamenti del mercato in zona stadio hanno creato difficoltà ad operatori ed utenti. Oltretutto lo stesso mercato, svolto presso lo Stadio, ha ravvisato particolari problematiche di gestione dello stesso. Gli operatori che durante il Luglio si trovano costretti ad “emigrare” in Piazza dello Spirito Santo ancora peggio. Non dimentichiamoci inoltre che prima dell’adozione del nuovo piano vi erano come tradizione i mercati svolti in centro nelle due domeniche antecedenti il natale. Con un centro così impoverito, non può il mercato essere ora considerato come un elemento di traino, cosa che abbiamo sempre sostenuto?
Inoltre, una delle scelte fatte con l’adozione del nuovo piano ovvero quella di portare all’interno del mercato bisettimanale i banchi dell’ ex mercato di Piazza Spirito Santo (le scarpe) si è rivelata fallimentare. Forse era opportuno creare un vero e proprio “polo” delle scarpe in Piazza del Duomo come proposto in sede di concertazione. Di fatto, i cosiddetti scarpai stanno cessando ed il loro posteggio “riservato” adesso non occupato, oramai assegnato ai generi vari la mattina al sorteggio. Che senso può avere questa cosa?
Il pesante suolo pubblico a carico degli operatori non è stato ritoccato in ribasso, purtroppo. Si tratta del suolo pubblico più alto in provincia e tra i più cari di tutta la Regione. Addirittura come previsto da attuale regolamento (punto voluto dall’Amministrazione), in caso di mercato straordinario, il suolo deve essere corrisposto anche a chi nonvi partecipa. Sarebbe necessario, così come avviene in altri Comuni, far “prenotare” questi mercati agli operatori effettivamente aderenti e calcolare su di loro eventualmente il costo del suolo pubblico. Sarebbe l’ora – ma vale per tutti i Comuni della nostra Provincia – che almeno una piccola parte del (caro) suolo pubblico fosse destinato ad attività propedeutiche al mercato stesso e senza per questo doversi sempre celare dietro la problematica della carenza di personale.
Non dimentichiamoci poi anche di episodi come multe per accesso non dovuto in zona ZTL – permessi ztl che ricordiamo essere un costo aggiuntivo per gli operatori rispetto il canone suolo pubblico – quando per quel giorno era invece in programma mercato straordinario e/o di recupero (operatori che poi hanno dovuto fare ricorso personalmente anziché prevedere a monte un provvedimento di annullamento d’ufficio).
Ultimamente c’è stato il problema dei banchi collocati in Via Atto Vannucci a seguito dei lavori recentemente ultimati in zona. Il proliferare di iniziative commerciali su area pubblica extra mercato, ultimamente contraddistinte da soggetti esterni il nostro territorio.
C’è anche molto da lavorare sul tema del rispetto delle regole: dagli spazi assegnati al dover tenere il furgone nel proprio posteggio. Tutto ciò è assolutamente propedeutico alla buona immagine della città e di tutti gli operatori partecipanti il mercoledì ed il sabato.
Insomma, non è tutto oro quel che luccica e sarebbe opportuno quanto prima riprendere in mano la situazione del mercato e valutarne attentamente correttivi od iniziative, anche coraggiose, di valorizzazione dello stesso. Un mercato quindi attrattivo e dove gli operatori possano tornare nuovamente ad investire invertendo l’attuale tendenza. Per la città certamente, ma anche per gli operatori del mercato che ancora vi partecipano.