ANVA Modena su proroga al 2020 concessioni commercio su area pubblica: “categoria ambulanti nel caos”

Effetti negativi tra chi ha già le concessioni e chi no. Auspichiamo il ritiro nell’iter di discussione della legge di Bilancio

Ambulanti: un emendamento passato in Commissione Bilancio getta nel caos la categoria, mettendo in discussione l’intesa tra Stato e Regioni del 2012. “Con la proroga al 2020 delle concessioni del commercio su area pubblica, si cambiano nuovamente le regole del gioco – afferma Alberto Guaitoli, presidente di ANVA-Confesercenti Modena – lasciando nella totale incertezza quanti hanno ricevuto già le concessioni e quanti debbono ancora riceverle. Il nostro auspicio è che il provveduto nell’iter di discussione parlamentare della Legge di Stabilità possa essere ritirato.”

Approvato nella notte rischia di avere conseguenze molto negative la proroga in questione secondo Guaitoli, per gli operatori del commercio ambulante: “Perché non elude gli obblighi previsti dalla Bolkestein, ma di fatto rischia di vanificare i risultati dell’Intesa raggiunta nel 2012 tra Stato e Regioni dopo il confronto con le associazioni imprenditoriali di settore. Inoltre, fatto gravissimo, lascia nella più totale incertezza tutti quegli operatori che  obbedendo alla normativa hanno terminato la procedura. Si produrranno pertanto conseguenze assurde tra chi ha già ricevuto le concessioni e chi invece deve ancora riceverle. Un cambiamento di regole in corsa che crea ulteriore confusione ed incertezza. Senza pensare ai costi sostenuti sia dalle imprese che dalle pubbliche amministrazioni virtuose che in osservanza delle leggi hanno emanato i bandi, elaborato le graduatorie e rilasciato le concessioni. Per cosa? Riparlarne nel 2020? E fino ad allora?”

“Una situazione paradossale assurda in cui, oltretutto vediamo bloccata totalmente o parzialmente la possibilità di effettuare operazioni di compravendita, donazioni, affittanze di azienda di lungo periodo ed anche la possibilità di dismettere l’attività per accedere alla pensione, oppure cederla ai futuri eredi. Senza contare che il provvedimento degrada in modo inaccettabile  il settore del commercio su aree pubbliche, privandolo della sua dignità imprenditoriale e trasformandolo in un’ attività marginale che esiste solo per garantire i livelli di occupazione a livello sociale. Di male in peggio insomma. L’unica cosa che auspichiamo è che tale provvedimento sia ritirato già a partire dall’iter di discussione in Parlamento della legge di stabilità”, conclude Guaitoli.

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