Carburanti: Faib Roma, rimbalzo post pandemia e guerra fanno esplodere i prezzi

Il Presidente Sperduto: “I benzinai “strozzati” da maggiori esposizioni e calo consumi minacciano la chiusura”

La guerra infiamma e manda le economie europee in crisi: borse, con forti perdite, in tensione, il gas a + 30%, il Brent a 110 dollari porta la benzina ed il gasolio a 2 euro al litro. Per FAIB è allarme “tenuta”.

A dirlo Giuseppe Sperduto, Presidente della Federazione benzinai della Confesercenti che aggiunge: “La categoria è allo stremo. Non riesce più nemmeno a fare scaricare il carburante che, quando arriva al gestore, ha sempre un prezzo più alto rispetto al giorno precedente. I benzinai non possono continuare a far fronte a questi rialzi. A ciò vanno aggiunti i costi dell’energia elettrica: le compagnie e i retisti scaricano sui gestori i maggiori costi e i benzinai, in base agli striminziti incassi che registrano, non ce la fanno più sostenere le spese energetiche e tenere illuminati gli impianti tutta la notte”.

“Ribadiamo l’esigenza – prosegue Sperduto – di interventi urgentissimi sui carburanti, anche e soprattutto a tutela dei consumatori, di sterilizzazione iva e monitoraggio dei mercati e dei prezzi; sostegni alla categoria per il forte aumento dei costi, trainati dall’energia elettrica; estensione del credito d’imposta su tutti i costi sostenuti per la vendita con transazioni elettroniche dei carburanti; ulteriori giorni di dilazione dei pagamenti, per far fronte ai maggiori costi finanziari; apertura di un tavolo governativo, fino ad oggi negato, di crisi del settore. Senza interventi d’emergenza saremo costretti alla chiusura degli impianti per mancanza di liquidità”.

“Con tutto il senso di responsabilità, in questo momento drammatico – conclude Sperduto – non possiamo non evidenziare che non abbiamo alternative, strozzati dall’aumento costi, da un lato e dei prezzi alti dall’altro, con margini medi ormai al 2% e ritardi infrastrutturali della rete che vengono drammaticamente alla luce. Non vogliamo creare disagi, ma se il Governo non interviene il rischio di chiusura degli impianti carburanti è reale”.

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