Che aria tira? Commercio, turismo e servizi in provincia di Padova

L’umore dei commercianti non è totalmente pessimista

 

Il barometro del mercato interno continua a dare forti segnali di instabilità continua a crescere la situazione di difficoltà nelle micro, medie e piccole imprese del terziario emergono interessanti nicchie di servizio alle persone e nei settori a forte specializzazione Nicola Rossi: “per il commercio la crisi è ancora latente. Urgono interventi urgenti di semplificazione, incentivi, qualificazione e finalmente regole certe per e-commerce e grande distribuzione. Le piccole imprese padovane stanno raccogliendo la sfida in un mercato che cambia quotidianamente. Daremo avvio ad un’analisi delle attività di successo per dare nuovi strumenti di accesso al credito d’impresa e per nuova competitività del territorio”.

A dieci anni dalla pesante crisi che ha colpito il sistema economico del Paese, nonostante alcuni indicatori stiano segnando al positivo, l’aria che tira nel mercato interno (commercio, pubblici esercizi e servizi alla persona) non sembra indicare il meglio.

Su un campione di 321 imprese del settore, l’osservatorio economico della Confesercenti per la provincia di Padova ha rilevato che meno della metà (41%) ha dichiarato di avere avuto un aumento dei ricavi rispetto al primo semestre del 2017 e di questi solo il 10% un incremento decisamente migliore, mentre la maggioranza, il 54%, o è rimasto stabile o ha avuto notevoli perdite di volume d’affari”.

“Sicuramente”- dichiara il Presidente Rossi, “l’umore dei commercianti non è totalmente pessimista come qualche anno fa ma l’incertezza quotidiana del mercato crea situazioni di sfiducia ed insicurezza”.

“E’ un mercato che cambia, qui a Padova come nel nord Italia, con una rapidità impressionate, rispetto al quale occorre saper reagire in modo altrettanto rapido. La nota positiva arriva nella nostra provincia”- continua Rossi- “con la maggioranza degli intervistati che è impegnato ad investire nella propria azienda nei prossimi sei mesi”.

 Tabella 1. Andamento vendite primo semestre 2018 vs primo semestre 2017

andamento vendite primo semestre 2018 su primo semestre 2017 %
decisamente migliore (aumento oltre il 10%) 10%
migliore (aumento fino al 10%) 31%
uguale 30%
peggiore (diminuzione fino al 10%) 10%
decisamente peggiore (diminuzione oltre il 10%) 14%
non saprei 5%
100%

Osservatorio Economico Confesercenti

Tabella 2. Quali intervento (uno solo e prioritario) prevede di fare nella sua azienda per il secondo semestre 2018?

per il secondo trimestre 2018 quali interventi prevede per la sua azienda %
farò importanti investimenti 16%
Proseguirò in una politica di espansione 35%
diminuirò i costi 11%
Cambierò completamento area o tipologia 3%
Sto cercando di cedere l’azienda 1%
resto fermo in attesa di tempi migliori 17%
tengo aperto fino alla ormai prossima pensione 4%
Chiuderò entro l’anno 3%
non lo so 11%
100%

Osservatorio Economico Confesercenti

“I dati principali che emergono sono la buona tenuta dei minimarket (anche nei centri storici), delle gastronomie, per non parlare del successo delle pescherie e dei negozi ad alta qualità su prodotti alimentari già preparati.

Nel settore moda bene i negozi specializzati nell’intimo, nell’abbigliamento casual e giovane, tengono sia quelli che operano nei centri storici che nei centri commerciali.

Anche che vende articoli per animali dà segnali positivi, come detersivi e prodotti per l’igiene della persona. Nei pubblici esercizi, nonostante una situazione altalenante, particolarmente soddisfatti sono i gestori di pub, locali notturni, come per bar senza cucina (fenomeno dello spritz come momento d’incontro giornaliero sembra funzionare in tutta la provincia).

Andamento vendite /indicazioni per settori merceolgoici

Padova è una provincia quasi “campione” sia per le scelte politiche che per l’economia, continua il Presidente Rossi. Abbiamo avviato una politica di rilancio competitivo di alcuni  centri storici, (Este – Cittadella – Piove di Sacco) e recentemente di altri come (Noventa Padovana – Montagnana ecc.) con buoni risultati rivedendo alcuni negozi pieni, reimpostando gli orari di apertura ecc.  Abbiamo ricostruito una competitività basata non solo sugli eventi ma sulla capacità di attrazione quotidiana. Anche nella città di Padova alcune iniziative hanno dato risposte. In alcune aree si sta ricostruendo il tessuto commerciale ma le cose da farsi sono ancora tante. In tutto il territorio occorre costruire una fitta concorrenzialità tra area ed area in modo che la competitività e conseguentemente la qualità diventi motivo di attrazione.

Dobbiamo guardare con molta attenzione e dare ulteriori stimoli ed incentivi”- continua Nicola Rossi – “il vecchio sistema mandamentale, l’aggregazione dei comuni, un sistema di infrastrutture adeguato, enti economici che operino in tutto il territorio: sono alla base del rilancio. Ed ecco allora che bisogna ripensare non solo al rilancio del ruolo, in modo nuovo, della Fiera ma anche a che contributo la fiera stessa può dare alla Provincia, lo stesso vale per la Camera di Commercio per la quale l’intervento a favore delle imprese deve trovare corrispondenza alle vere esigenze e concrete strategie del territorio della provincia. Nell’innovazione, non solo tecnologica, un eventuale investimento in un Hub che abbia obbiettivi di contaminazione deve saper operare coinvolgendo ed investendo nel territorio non solo con servizi diffusi ma con presidi organizzati. Per non parlare del turismo dove occorre arrivare a breve ad una definizione dei concreti ruoli di CCIAA e di Provincia che hanno competenze specifiche in materia ma sicuramente non la condivisione sul come operare.

A livello regionale vanno rilanciati i distretti del commercio ma non come enti di delimitazione territoriale bensì con incentivi diretti e concreti a favore della gestione ed organizzazione degli stessi. Non a caso da tempo stiamo proponendo di chiamarli distretti della competitività.

A tutto questo si devono accompagnare alcuni interventi del nuovo Governo, interventi che ridiano fiato alle piccole imprese del commercio:

  • Il ripristino del libero mercato in termini di orari dei negozi ridando alle regioni potere decisionale in merito e dando la possibilità alle piccole imprese di essere competitive (chiusure obbligatorie nei festivi, massimo di apertura settimanale, chiusure obbligatorie solo per la grande distribuzione nei festivi ecc.)
  • Obbligo dei requisiti professionali per tutte le attività di distribuzione delle merci sia alimentari che non. L’obbligo dei requisiti professionali eviterebbe quella moria di nuovi esercizi che grazie alla impreparazione aprono oggi e chiudono nell’arco di un paio d’anni creando situazioni difficili per l’intero comparto
  • Arrivare finalmente ad una corretta regolamentazione amministrativa e fiscale delle attività che operano con l’e-commerce
  • Una solida e coerente programmazione di urbanistica commerciale che dia respiro alle piccole e medie imprese e salvaguardi concretamente il suolo”

Chiude il Presidente Rossi informando che Confesercenti del Veneto Centrale nelle provincie di Padova e Vicenza, con il prossimo autunno darà vita ad una iniziativa idonea ad analizzare le attività commerciali che hanno saputo costruire una impresa di successo negli ultimi 2 anni. Obiettivo sarà quello di consolidare l’analisi e le caratteristiche prettamente aziendali di tali attività al fine di costruire elementi di valutazione al sistema creditizio più consoni ai nuovi successi d’impresa. Non solo, continua Rossi, ma potranno diventare punti di riferimento e di organizzazione nei moderni sistemi di promozione e competitività territoriale.

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