Commercio, Confesercenti Torino: “Calo drammatico, in pericolo il nostro modello sociale. Alberghi cannibalizzati dagli airbnb”

Il Presidente Banchieri: “Politica assente, necessarie misure immediate: fondo di sostegno per i negozi, web-tax, regole più severe per gli affitti brevi”

“Dati allarmanti, ma non sorprendenti, purtroppo. Sui quali, tuttavia, continuano a mancare riflessioni e interventi efficaci”: così Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino, commenta i numeri della natimortalità delle imprese del commercio e del turismo diffusi oggi dal consueto report della Camera di Commercio.

“Si tratta – continua – dell’ennesima conferma di una tendenza sempre più preoccupante: secondo un nostro recente studio, nel 2024 in Piemonte per ogni negozio che ha aperto ne hanno chiuso 2,4. Soltanto dieci anni fa, il rapporto fra chiusure e aperture era di 1,5. Se questa tendenza proseguisse senza inversioni, già nel 2034 il numero di nuove aperture potrebbe arrivare vicino allo zero.

È un cambiamento strutturale che mette in pericolo non solo le imprese ma un modello di città e di convivenza sociale. Ciò è in parte inevitabile perché dipende da nuovi modelli di consumo, ma in parte è dovuto alla scarsa attenzione della politica, alla quale abbiamo chiesto interventi mai arrivati. L’ho segnalato più volte: se davvero si crede che il commercio di vicinato rappresenti non solo una ricchezza economica, ma abbia anche una funzione sociale e di sicurezza, esso va sostenuto attraverso un consistente fondo dedicato sul modello europeo per l’agricoltura.

Inoltre, è sempre più urgente ricondurre i giganti del web a regole comuni in materia di tassazione: da qui, la nostra richiesta di una web-tax che almeno li avvicini alla pressione fiscale che grava sulle piccole realtà. Infine, il calo degli alberghi: fra il 2019 e il 2023 i posti letto negli hotel sono passati da 13mila a 15mila, quelli negli airbnb da 2mila a 17mila. Quale altro settore ha avuto una crescita così impetuosa? Anche qui la mancanza di regole ha favorito lo sviluppo di un fenomeno che premia la rendita e non il lavoro e l’impresa. E anche qui – conclude Banchieri – il silenzio della politica è assordante”.

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