Commercio: “E’ ancora un’estate nera: tra luglio e agosto persi quasi 3000 esercizi, bruciata la piccola ripresa di primavera”

Il commercio al dettaglio fugge dai negozi: nei primi 8 mesi del 2013 +2000 nuove imprese su aree pubbliche, ma 14.000 esercizi in sede fissa in meno

La crisi non allenta la sua presa sul commercio: nonostante la presenza di segnali di miglioramento rispetto al 2012, l’estate 2013 segna l’ennesimo momento nero del settore. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti, tra luglio e agosto hanno aperto 2.656 nuove imprese commerciali in sede fissa e hanno cessato l’attività 5.574, per un saldo negativo di  2.918 unità.

 

 

Tab 1 Saldi natimortalità imprese Commercio sede fissa, luglio-agosto 2013 (IV bimestre)

Periodo

Iscrizioni

Cessazioni

Saldo

Luglio-Agosto   2013

2.656

5.574

-2.918

Fonte: Osservatorio Confesercenti

 

 

I dati del IV bimestre: 332 imprese in più rispetto al 2012, ma è annullata la ripresa di maggio

 

Il risultato del IV bimestre del 2013 è lievemente migliore (+332 imprese) di quello registrato lo scorso anno nello stesso periodo, durante il quale si è registrato un bilancio in perdita di 3.250 esercizi. Di fatto, però, si annulla la ‘ripresina’ messa a segno nel bimestre precedente di quest’anno. Nei mesi di maggio e giugno 2013, infatti, si è rilevata l’apertura di 7.546 nuove imprese, 3.532 in più rispetto al numero di iscrizioni avvenuto tra marzo e aprile. Un piccolo boom (+88% sul periodo marzo-aprile) che aveva permesso, per la prima volta, un’inversione di tendenza, portando a chiudere il terzo bimestre del 2013 con un saldo positivo, sebbene esiguo, di 1.422 imprese.

 

 

Tab 2 Saldi natimortalità imprese Commercio sede fissa 2013, confronto tra i bimestri

 

Periodo

Alimentare

Non Alimentare e non specializzati

Totale

I bimestre

(gennaio-febbraio)

-1.150

-8.633

-9.783

II bimestre

(marzo-aprile)

-417

-2.550

-2.967

III bimestre

(maggio-giugno)

267

1.155

+1.422

IV bimestre

(luglio-agosto)

-348

-2.570

-2.918

Fonte: Osservatorio Confesercenti

 

Commercio al dettaglio: nei primi 8 mesi spariti 14mila esercizi, ma va meglio del 2012  

 

Complessivamente, nei primi otto mesi dell’anno si registra nel commercio al dettaglio in sede fissa un saldo negativo di 14.246 imprese, a fronte di 18.208 nuove aperture e 32.454 chiusure. Si tratta comunque di un miglioramento, anche se debole, del saldo di natimortalità registrato nei primi otto mesi del 2012, negativo per 15.772 esercizi. Il miglior risultato del 2013 è da addebitarsi principalmente all’aumento delle nuove iscrizioni (+ 2.015 rispetto al 2012), un dato che compensa il più lieve incremento delle chiusure (+489 sullo scorso anno).

 

Tab. 3: iscrizioni/cessazioni delle imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, confronto 2012-2013

 

Periodo

ISCRIZIONI

CESSAZIONI

2012

2013

DIFFERENZA 2013-2012

2012

2013

DIFFERENZA 2013-2012

Gennaio-Agosto

16.193

18.208

2.015

31.965

32.454

489

Fonte: Osservatorio Confesercenti

 

 

Il commercio si sposta dal negozio alla strada: nel 2013 quasi 2mila esercizi su area pubblica in più. Il 67% degli imprenditori del settore ormai è straniero.

 

Alla crisi del commercio in sede fissa corrisponde una relativa vitalità degli esercizi su area pubblica, che dall’inizio del 2013 registrano 1.972 imprese in più. Rispetto al numero di aziende rilevate ad agosto 2012, il numero di imprese nel comparto è aumentato in un anno di 6.396 unità, mentre per il commercio in sede fissa si è assistito a una diminuzione di 4.800 imprese. Per quanto riguarda il commercio su area pubblica, da segnalare che la percentuale di imprenditori stranieri nel settore è ormai arrivata al 67%: un fenomeno socio-economico che meriterebbe un approfondimento.

 

 

Tab.4: confronto andamenti esercizi su area pubblica ed esercizi in sede fissa del commercio al dettaglio

                       

Fonte: Osservatorio Confesercenti

Il commercio su aree pubbliche mostra di essere settore più vitale del commercio al dettaglio in sede fissa fin dal 2009, come dimostrano le serie storiche dei saldi tra iscrizioni e cessazioni. In alcuni comuni capoluogo d’Italia, il numero delle nuove iscrizioni di attività commerciali su area pubblica è vicino o addirittura supera (come a Palermo) quello degli esercizi in sede fissa.

 

Tab.5: confronto registrate e saldo iscrizioni/cessazioni commercio su area pubblica e in sede fissa

Fonte: Osservatorio Confesercenti

Tab.4: confronto iscrizioni imprese del commercio su area pubblica e in sede fissa in alcuni dei comuni Capoluogo nei primi 8 mesi del 2013

 

Iscrizioni esercizi commerciali   su area pubblica

Iscrizioni esercizi commerciali   in sede fissa

Torino 203 297
Milano 283 392
Bologna 44 127
Firenze 101 115
Roma 379 851
Napoli 242 493
Palermo 441 244

Fonte: Osservatorio Confesercenti

 

 

La sopravvivenza delle imprese nel commercio in sede fissa: nel 2013 sparito il 36,9% delle attività avviate nel 2009, per un totale di oltre 30mila aziende

 

La lunga crisi ha accorciato considerevolmente il ciclo di vita delle imprese. Secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, di 81.722 attività commerciali in sede fissa iscritte nel 2009, a giugno del 2013 ne sono rimaste in vita solo 51.598, per una perdita secca di 30.174 unità, pari al 36,9%.

 

Tab 5 Incidenza percentuale delle chiusure nel 2013 delle imprese del Commercio al dettaglio in sede fissa iscritte nel 2009

 

Settore

Iscritte   nel 2009

Rimaste   nel 2013 (giugno)

differenza

Commercio all’ingrosso e al dettaglio

81.772

51.598

-30.174

(-36,9%)

Fonte: Osservatorio Confesercenti

 

Iscrizioni: giovani e donne scelgono l’imprenditoria per combattere la crisi occupazionale.

 

Nel contributo alle iscrizioni del 2013 è rilevante il ruolo delle ditte individuali (nel commercio in sede fissa l’85,7%), anche se si verifica una riduzione rispetto ai periodi precedenti, ad indicazione di un certo spostamento verso forme più strutturate. Molto importante è anche il ruolo delle imprese giovanili, linfa vitale della nuova imprenditorialità, che costituiscono il 38,2% delle nuove iscritte nel commercio. Comunque significativo il peso delle imprese femminili (30%), e di quelle  straniere, che pesano per il 22,1% delle aperture.

 

Tab 6 Numero di imprese ISCRITTE per settore di attività economica e target. Percentuali sul totale di iscrizioni

 

 

Settore

Periodo

Giovani

Donne

Stranieri

Società   di capitali

Società   di persone

Imprese   individuali

Commercio all’ingrosso e al   dettaglio

2013

38,2

30,0

22,1

6,0

3,2

85,7

 

Fonte: Osservatorio Confesercenti –

Nota: la somma delle percentuali è superiore al 100% a causa della possibile sovrapposizione delle categorie prese in esame (ad esempio, un’imprenditrice extracomunitaria di giovane età concorrerà a formare le percentuali di Giovani, Donne, Stranieri)

 

 

 

Cessazioni, maggiori criticità per le imprese femminili.

 

In termini di peso sul totale delle cessazioni, a parte la preminenza delle ditte individuali, critica appare la situazione delle imprese femminili, che compongono la percentuale maggiore (35%). Male anche quelle giovanili, che costituiscono il 20% delle chiusure. Resistono meglio gli imprenditori stranieri (11,9%).

 

Tab 7 Numero di imprese CESSATE nel periodo per settore di attività economica e target. Percentuali sul totale cessazioni              

 

Settore

Periodo

Giovani

Donne

Stranieri

Società di capitali

Società di persone

Imprese individuali

Commercio all’ingrosso e al   dettaglio

2013

20,0

35,0

11,9

7,1

9,6

83,0

 

Fonte: Osservatorio Confesercenti –

Nota: la somma delle percentuali è superiore al 100% a causa della sovrapposizione delle categorie prese in esame (ad esempio, un’imprenditrice extracomunitaria di giovane età concorrerà a formare le percentuali di Giovani, Donne, Stranieri)

 

Bussoni (Segretario Generale Confesercenti): “La recessione sarà finita, ma non la crisi del commercio: il settore rischia la destrutturazione. Le liberalizzazioni non aiutano, puntare su formazione e informatizzazione. Chiederemo al Governo un piano di intervento straordinario”

 

“La recessione, tecnicamente, sta per finire. Purtroppo non si può dire altrettanto della crisi del commercio e di quella del turismo”. Così il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni commenta le rilevazioni dell’Osservatorio. “Ormai è chiaro a tutti che le liberalizzazioni delle aperture non servono ad agganciare la ripresa: il miglioramento dei dati 2013 sul 2012 è così lieve da sembrare più che altro un rimbalzo, soprattutto se si considera che l’unico settore ancora vitale è quello degli esercizi commerciali su area pubblica. Il commercio appare essere a rischio destrutturazione: le imprese in sede fissa scompaiono, sostituite da quelle su area pubblica; ma anche nei nostri mercati storici gli imprenditori italiani continuano a cessare le attività, sostituite a loro volta da imprese straniere. Che hanno un ciclo di vita molto più breve – intorno ai due anni – e che spesso investono i profitti all’estero”.

“Particolarmente preoccupante, poi – continua Bussoni – è la situazione di donne e giovani: le due fasce più colpite dalla crisi occupazionale. Intraprendono l’avventura imprenditoriale per crearsi un lavoro: ma la domanda interna è ancora bassissima, e il mercato asfittico. La sopravvivenza delle imprese femminili e giovanili è molto difficile, e proprio queste due categorie sembrano essere le prime a chiudere i battenti, bruciando le somme investite per avviare l’impresa e ritrovandosi con qualche anno in più e senza lavoro”.

“Senza puntare sulla formazione dei nuovi imprenditori e sull’informatizzazione delle nuove imprese – conclude il Segretario – non si può più sperare che il commercio continui a rivestire il ruolo di shock absorber della disoccupazione, come pure ha fatto per 50 anni. Non è tenendo aperto sempre che si aiuta il settore: c’è bisogno di un cambiamento di mentalità e di passo. Non ci si può più improvvisare imprenditori. Ora il Governo dia risposte nuove e convincenti per impedire il crollo di un comparto economico di vitale importanza per l’economia e l’occupazione italiana. Chiederemo al Ministro Zanonato e al Presidente Letta un piano straordinario per rilanciare il commercio.”

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