Confesercenti Abruzzo: al via i saldi il 3 gennaio. “Vendite in calo, sistema va riformato”

Abruzzo

Il Direttore Legnini: “In un periodo promozionale continuo il rischio è che i saldi perdano la loro funzione con effetti di confusione per i consumatori”

Saldi al via in Abruzzo a partire dal 3 gennaio, ma i negozianti della regione denunciano un calo delle vendite durante le festività natalizie. È il quadro che traccia la Confesercenti abruzzese alla vigilia dell’avvio dei saldi e in un primo bilancio dell’andamento delle vendite di fine anno, che per molti negozi rappresentano anche il 30 per cento dei bilanci annuali. «Le vendite nel nostro settore hanno registrato un calo importante rispetto al 2024, con sfumature diverse nelle varie città ma con un segno meno pressoché generalizzato – spiegano Marina Dolci e Franco Menna, referenti abruzzesi della Fismo-Confesercenti, che associa i negozi di abbigliamento e calzature – un mix fra calo del potere d’acquisto delle famiglie e concorrenza sleale delle grandi piattaforme online che non hanno l’obbligo di rispettare alcuna regola». Già in questi giorni, tra il 26 dicembre e avvio formale dei saldi invernali, si sta infatti consolidando un periodo promozionale “di fatto”, subito dopo Natale offerte e ribassi compaiono in anticipo, spesso attraverso formule riservate alla propria clientela: inviti, iniziative dedicate ai fidelizzati, promozioni su canali diretti che invitano a partecipare a “saldi privati”, “pre-saldi”, “winter pre-sale”, “Christmas sales” ed “exclusive sales”. «Nei fatti – spiegano – il trimestre novembre-gennaio si è trasformato in una stagione di promozione continua, sotto la spinta di outlet, mall e canale online, in assenza però di quei controlli necessari e che sarebbero fondamentali per sanzionare le irregolarità e tutelare il lavoro di chi invece rispetta le regole».

«In questo contesto – aggiunge il direttore regionale della Confesercenti Lido Legnini – gli acquisti di Natale, in particolare nella moda, risultano sempre più schiacciati e compressi tra due “morse”: da un lato il Black Friday, che anticipa una parte della domanda, dall’altro i saldi anticipati e le formule di pre-saldo, che intercettano la spesa residua. Due pressioni che finiscono per erodere gli acquisti tradizionali del periodo natalizio. In questo quadro è decisivo riportare al centro trasparenza e concorrenza leale: prezzi e sconti devono essere chiari, verificabili e comparabili, soprattutto nel digitale e nelle iniziative “a platea selezionata”, è fondamentale anche il pieno rispetto delle regole sugli annunci di riduzione di prezzo, a partire dal “prezzo precedente”, che per legge è il più basso praticato nei 30 giorni antecedenti. Il rischio – conclude – è che i saldi perdano la loro funzione e si trasformino in un mero episodio di un periodo promozionale continuo, con effetti di confusione per i consumatori e difficoltà per le imprese che rispettano le regole. Bisogna in generale rivedere le regole sulle promozioni e rinviare strutturalmente la data di avvio delle vendite di fine stagione, perché assicurino concorrenza leale e pluralismo distributivo».

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