Per la competizione globale essenziale anche il rilancio economico e l’innovazione tecnologica
La Giornata dell’Europa 2025 è un’occasione particolarmente importante perché ricorrono i 75 anni dalla storica dichiarazione di Robert Schuman, che diede origine al processo di integrazione europea e perché quegli ideali di pace, unità e cooperazione economica sono più che mai attuali, in una situazione geopolitica in cui anche i valori che dovrebbero essere universalmente condivisi, di democrazia, libertà, l’adesione alle istituzioni e organizzazioni internazionali, nonché gli accordi sul commercio mondiale, sono invece messi in discussione da più parti, provocando forti turbolenze sia di ordine politico, che sui mercati finanziari.
Il 9 maggio “Giornata dell’Europa”, Confesercenti Emilia Romagna assieme ai partner di “Vitrines d’Europe” festeggia in contemporanea la “Giornata Europea del Commercio di Prossimità”, per rimarcare una volta di più il ruolo, non solo economico, ma anche sociale, relazionale e di sostenibilità che le piccole imprese del commercio locale svolgono e che caratterizzano la qualità della vita delle città europee.
Il commercio urbano è uno degli assi portanti dell’ecosistema dell’economia di prossimità; diversi studi stimano nel 54% di tutte le attività economiche, quelle che nascono e si svolgono all’interno delle regioni europee e nel 65% il valore aggiunto generato dalle merci e dai servizi venduti nella stessa regione.
Ma l’attuale instabilità geopolitica ed economica, se si dovesse protrarre, andrebbe ad incidere pesantemente sull’economia reale, sulle imprese e sulle famiglie e proprio per questo è necessaria un’azione forte e coesa dell’Europa, mettendo da parte egoismi e particolarismi, ma lavorando per un futuro sempre più comune.
Proprio per questo Confesercenti Emilia Romagna esprime una forte preoccupazione perché agli effetti dell’attuale fase di incertezza (debolezza dei consumi e possibile aumento dell’inflazione) si sommano i problemi strutturali del settore commerciale che sono ben lungi dall’essere risolti. Dal 2014 ad oggi infatti, le imprese registrate nel commercio al dettaglio nella regione sono diminuite del -16,2% (da 50.400 a 42.221), un calo più veloce della media nazionale (-13,2%). Complessivamente in dieci anni in Emilia Romagna sono scomparsi 8.179 negozi, più di due al giorno e questo calo ha riguardato soprattutto le imprese di vicinato. C’è dunque una situazione di crisi complessiva del settore, dovuta a diversi fenomeni: espansione della grande distribuzione, crescita esponenziale del commercio elettronico, crescita dei fenomeni di abusivismo, incremento dei costi di gestione a partire da energia, affitti e servizi pubblici locali e politiche urbanistiche e impositive che non hanno agevolato il settore.