Confesercenti Genova, Nervi: “Sì alla nuova piscina, no all’ennesimo supermercato”

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Il Presidente Spigno: “È una tendenza a cui assistiamo in tutta la città, con la grande distribuzione che continua a proliferare da ponente a levante, non è così che si rende una città più vivibile e attrattiva”

«Per la sua storia e vocazione, Nervi aveva assolutamente bisogno di una nuova piscina, ma non è possibile che in questa città ogni progetto di riqualificazione debba prevedere anche un nuovo, ennesimo insediamento della distribuzione organizzata, grande o media che sia».

Così Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova, commenta il progetto, approvato lo scorso 29 settembre dalla giunta comunale anche tramite una variante al piano urbanistico, che consentirà la realizzazione di un supermercato di 1500 mq ai piani inferiori della nuova piscina destinata a sorgere di fronte alla parrocchia di San Siro, nel cuore di Nervi.

«Sarebbe stata l’occasione per realizzare un grande impianto sportivo polifunzionale, o per la creazione di un polo del mare comunque utile a creare nuova occupazione e ad arricchire il tessuto economico locale – riflette Spigno -. Sì è invece scelta, ancora una volta, la strada più facile ma, in fondo, anche quella più miope, perché proporre l’ennesimo supermercato in una zona già satura, e per giunta in un periodo di contrazione dei consumi, avrà l’unico effetto di erodere una domanda già in sofferenza, senza dunque creare nuova ricchezza».

«È una tendenza a cui assistiamo in tutta la città, con la grande distribuzione che continua a proliferare da ponente a levante, e che, restando a Nervi, avevamo contestato anche alla precedente amministrazione, quando venne autorizzata la nuova Coop di via del Commercio, perdendo l’occasione di realizzare in quell’area dei parcheggi a rotazione che decongestionassero il centro. Oggi – conclude il presidente provinciale di Confesercenti – tocca al gruppo So.Ge.Gross. a Nervi e ad Esselunga a San Benigno e Sestri, ma non ne facciamo una questione di marchi né di colore politico, bensì di merito, perché la riqualificazione urbana non può passare sempre per la creazione di nuove superfici di vendita: non è così che si rende una città più vivibile e attrattiva».

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