Confesercenti Grosseto: Tari per le imprese incide la metà dell’affitto. Incontro con sindaci Provincia e associazioni

Tari

Il Direttore Biondi: “La Tari negli ultimi anni è raddoppiata per questo chiediamo di intervenire a sostegno delle micro e piccole imprese”

Se l’unione fa la forza, ieri a Grosseto si è fatto un passo avanti rispetto ad un problema che, trasversalmente, interessa cittadini e imprese. Il costo, sempre crescente, della Tari.

In sala Pegaso ieri si sono confrontati gli amministratori degli enti della Provincia di Grosseto, Confesercenti come promotrice dell’incontro, insieme alle altre associazioni di categoria rappresentative della micro e piccola impresa per parlare di un costo che, negli anni, è aumentato così tanto da incidere sulle attività quasi quanto l’affitto.

«Abbiamo deciso di fare il punto su una spesa che incide sulle famiglie e sulle imprese e spesso è vista come poco proporzionata rispetto al servizio» ha affermato il presidente della Provincia Francesco Limatola, che aprendo il confronto ha auspicato non un evento una tantum ma il primo di una serie di incontri con la rete della rappresentanza delle imprese del territorio.  «Siamo in un periodo storico molto differente da quando i comuni gestivano questa tassa da soli. Dell’Ato fanno parte 104 comuni diversi come esigenze gli uni dagli altri. È un territorio molto vasto e la nostra provincia è la più estesa, inoltre da un punto di vista tariffario siamo in un quadro nazionale regolato e definito da Arera; dunque, i margini di manovra dei comuni sono meno incisivi di un tempo».

«La Tari negli ultimi anni è raddoppiata – afferma Andrea Biondi, direttore provinciale Confesercenti Grosseto – per questo chiediamo di intervenire a sostegno delle micro e piccole imprese. Una parte delle attività insiste in territori economicamente svantaggiati, poco antropizzati, e con una debole presenza turistica, e il costo della Tari è molto importante. Un bar, una pizzeria a taglio, paga, di Tari, 10 euro al giorno appena apre la saracinesca, a fronte di 20 euro quotidianamente spesi per il costo dell’affitto del fondo: questo rende l’idea di come questa spesa incida direttamente sui ricavi».

Confesercenti ha avviato nelle scorse settimane la campagna Chiuso per Tari, proprio per sottolineare il disagio di tutte quelle attività che rischiano la chiusura a causa anche dei costi per lo smaltimento dei rifiuti.

«La Tari è spalmata soprattutto sulle attività produttive – afferma Massimiliano Mei, vicepresidente provinciale Confesercenti e promotore della campagna dell’associazione – quindi più chiudono e più ricadrà sui cittadini. Gli agriturismi con ristorazione arrivano a sostenere un costo di 8mila euro all’anno e magari stanno aperti 4 mesi. Una piccola pizzeria a taglio in un comune dell’entroterra paga 3mila euro all’anno, divenendo il costo principale dopo i costi immobiliari ed energetici. Anche se la Tari non dipende direttamente dai sindaci, devono aiutarci, facendosi tramite con la Regione e la regione con il Governo per trovare soluzioni alternative».

Andrea Biondi ha poi affrontato il tema delle seconde case «Un appartamento destinato all’affitto turistico breve durante le settimane estive, essendo considerato utenza domestica arriverà ad avere un costo Tari del 3% rispetto alla propria rendita immobiliare, a differenza di una albergo di media fascia senza ristorazione, che affronta un costo tari di circa il 5% dei propri ricavi nella migliore delle ipotesi, ovvero una piena occupazione nei 90 giorni prettamente estivi da metà giugno a metà settembre, ipotesi difficile su buona parte della costa, figuriamoci nell’entroterra ».

Il sindaco di Civitella Paganico, Alessandra Biondi in qualità di presidente Ato rifiuti Toscana sud est, ha sottolineato come a volte la scelta di aumentare la Tari sia collegata all’esigenza di avere servizi come lo spazzamento o il lavaggio dei cassonetti, o ancora una maggior frequenza di passaggi nei periodi in cui c’è più afflusso turistico. Insomma «per dare risposte alle comunità».  «Siamo dentro ad un percorso di riorganizzazione del servizio finalizzata al recupero del 60% dei materiali, percorso che ha previsto la sostituzione del parco dei cassonetti e del sistema di raccolta così da raggiungere all’applicazione della tariffazione puntuale. Siamo consapevoli che al momento non è un sistema equo: si basa sul nucleo familiare e sui metri quadri. In futuro ci saranno dei costi fissi ed una parte variabile calcolata sulla produzione effettiva di rifiuti conferiti al sistema di raccolta».

All’incontro sono intervenuti per gli enti locali l’assessora Simona Rusconi per il Comune di Grosseto, la sindaca di scansano Maria Bice Ginesi, l’assessora di Manciano Daniela Vignali, la sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi, la sindaca di Scarlino Francesca Travison, Danilo Baietti vice sindaco del comune di Follonica, Stefania Ulivieri sindaco di Gavorrano, il vice sindaco di Santa Fiora Francesco Biondi, Luciano Monaci sindaco di Cinigiano, Emiliano Rabazzi assessore di Roccastrada; mentre in rappresentanza del tessuto produttivo hanno partecipato il direttore di Cna Annarita Bramerini, Enrico Rabazzi direttore Cia Grosseto, insieme ad Alessia Stella referente Turismo Verde della CIA, Mauro Ciani direttore Confartigianato, Marco Luti di Coldiretti.

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