Confesercenti Liguria: un Natale in viaggio per un genovese su due

I genovesi sembrano addirittura pronti a spendere un po’ più della media nazionale – 315 euro a persona

Quello alle porte sarà un Natale in viaggio per un genovese su due: il 49% dei nostri concittadini ha infatti già pianificato una vacanza nel periodo festivo e, tra questi, il 63% sceglierà una meta italiana. Su scala nazionale, invece, la media di quanti hanno le valigie pronte è appena del 37%.

È quanto emerge dall’indagine Confesercenti-Swg sui consumi e le preferenze degli italiani in vista del prossimo Natale. Un report nazionale che, quest’anno, si arricchisce appunto dei focus riferiti a sei importanti città: oltre a Genova, anche Milano, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Dal raffronto tra le tendenze nazionali e quelle locali, è proprio la maggior propensione dei genovesi a concedersi qualche giorno di vacanza a balzare all’occhio.

Parlando di regali, a dispetto della loro fama i genovesi sembrano addirittura pronti a spendere un po’ più della media nazionale – 315 euro a persona contro i 307 del dato italiano – e almeno un piccolo presente sarà fatto a tutti i membri della propria famiglia dal 65% dei nostri concittadini, mentre nel resto del paese questa percentuale scende al 59%.

In testa alla classifica dei doni più desiderati, sotto la Lanterna, resistono ancora i vecchi libri, scelti dal 41%, seguiti a ruota dall’abbigliamento (38%) che invece prevale a livello nazionale. Ai primi posti della classifica anche il cibo e il vino (35%) e i prodotti tecnologici (33%).

Già, ma qual è il luogo preferito in cui fare shopping? Dall’ormai annoso confronto con la grande distribuzione (25%), i negozi al dettaglio genovesi escono con un sostanziale pareggio (22%), mentre il dato a livello italiano li vede soccombere di quasi venti punti percentuali (il 35% preferisce i grandi magazzini e solo il 16% il piccolo negozio). Meglio che nel resto del paese anche i mercatini, preferiti dal 16% dei genovesi a fronte di una media del 12%. In aumento la presenza dell’e-commerce, che assorbe ormai il 34% degli acquisti natalizi dei genovesi e il 35% di quelli degli italiani; da considerare, però, gli strascichi dello sciopero dei lavoratori di Amazon e il rischio di intasamento delle poste nel periodo festivo.

«Nel quadro di un Natale che viene percepito in linea con lo scorso anno, tanto nella nostra città (66%) come nel resto del paese (64%), incassiamo però con soddisfazione i dati relativi al turismo – commenta Paolo Barbieri, vicedirettore provinciale di Confesercenti –. Le agenzie di viaggio, infatti, speriamo possano beneficiare della maggior propensione dei genovesi a spostarsi, e naturalmente ci auguriamo che la nostra città a sua volta sia scelta da molti turisti italiani e stranieri anche a Natale e Capodanno, dopo gli ottimi numeri degli scorsi mesi e visti il ricco programma di eventi previsti».

«Un altro dato interessante – proseguono Francesca Recine, presidente provinciale Fismo (Federazione italiana settore moda) e Stefano Vagge, presidente provinciale Fiesa (Federazione italiana esercenti specialisti dell’alimentazione) – è quello che certifica la tenuta dei nostri negozi al dettaglio nei confronti della grande distribuzione, a dispetto di un dato nazionale molto meno equilibrato. Vanno fatte le necessarie riflessioni semmai sul web, è infatti imprescindibile anche per le micro e piccole imprese una digitalizzazione che consenta loro di cogliere le opportunità della rete, ricordando che già diverse attività genovesi hanno proprie vetrine digitali, siti e-commerce o account sui principali portali».

«Le prospettive in termini di turismo sono buone. Ricordo che il turista straniero in media spende di più e che almeno per il 45% i turisti in arrivo dovrebbero essere stranieri. – commenta Paola Bordilli, assessore al Commercio del Comune di Genova – Stiamo cercando di sostenere sempre più il commercio e i negozi di vicinato anche durante le festività avendo, tra l’altro, un fitto calendario di eventi commerciali e non, molti dei quali proprio con il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale. Ci aspetta la sfida di riuscire a tenere testa al web e alla concorrenza sleale che esso genera: dobbiamo riuscire ad accompagnare le micro e piccole imprese verso un percorso di digitalizzazione sempre più forte senza far perdere al cliente le peculiarità classiche dell’acquisto in negozio: professionalità, competenza e qualità».

Diverse, poi, sembrano essere le preoccupazioni dei genovesi, che devono fare i conti con un potere d’acquisto in calo (23% degli intervistati contro una media del 18%) e con le incertezze rispetto al posto di lavoro (16% contro il 12%). Se invece tasse e tariffe rappresentano un problema ovunque (che si traduce in un 20% su Genova e in un 21% in Italia), la situazione economica (28%), sia pure prevalente in valore assoluto, pesa però meno che nel resto del paese (31%).

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