Confesercenti Modena, Anva appello ai comuni: “Ambulanti non alimentari allo stremo. Anche nei mercati si devono poter vendere i generi essenziali”

Il Presidente Anva: “Perché le attività consentite nei negozi non lo sono nei nostri mercati? si tratta di luoghi del commercio che si svolgono principalmente all’aperto e per i quali già da tempo sono state elaborate soluzioni per far rispettare i protocolli di sicurezza ed evitare affollamenti”

“Chiediamo che gli ambulanti che vendono le stesse tipologie merceologiche dei negozi aperti possano da subito continuare a svolgere il loro lavoro nei mercati, luoghi all’aria aperta e sicuri, che non sono mai stati il focolaio di alcun contagio”

Già dal 4 marzo scorso gli operatori ambulanti di generi extralimentari non possono lavorare, oggetto dell’ennesimo provvedimento restrittivo: alle prese con una crisi senza precedenti, senza un sostegno concreto, queste piccole imprese si sono viste nuovamente azzerare il fatturato. “Non possono nemmeno contare sui magri incassi dei colleghi dell’alimentare, autorizzati a operare, mentre i costi fissi purtroppo non si sono affatto azzerati. Perché le attività consentite nei negozi non lo sono nei nostri mercati? Troviamo incomprensibile questa scelta – spiega Alberto Guaitoli, Presidente di Anva Confesercenti Modena (Associazione nazionale venditori ambulanti) – si tratta di luoghi del commercio che si svolgono principalmente all’aperto e per i quali già da tempo sono state elaborate soluzioni per far rispettare i protocolli di sicurezza ed evitare affollamenti. Se non si torna indietro si faranno saltare tante piccole attività e posti di lavoro”.

Da qui l’appello inviato agli Assessori dei Comuni della provincia di Modena affinché si possano allargare le maglie per quei generi ritenuti essenziali che vengono venduti nei negozi ma non nei mercati. “Siamo di fronte ad una distorsione ingiustificata della concorrenza laddove si consente la vendita di prodotti di prima necessità quali articoli di abbigliamento e calzature per bambini, articoli sportivi, profumeria, biancheria e detergenti nei centri commerciali, nelle strutture della grande e media distribuzione, negli esercizi di vicinato a posto fisso e non agli operatori nelle aree mercatali”.

“Non va dimenticato inoltre – continua Guaitoli – il problema dei costi, in questo momento insostenibili, di Tosap e Cosap: non tutti i Comuni si stanno rendendo conto delle difficoltà di un settore che nei primi due mesi del 2021 ha avuto cali di fatturato fino al 70% rispetto all’analogo periodo 2019 e ora è in larga parte bloccato completamente. Occorre prendere atto dei problemi oggettivi della nostra categoria e mettere a punto strategie di sostegno, locali e nazionali. Stiamo ancora attendendo inutilmente il famoso Decreto Sostegni! E non solo: in questo momento così delicato e difficile, per il Mercato di Modena il Consorzio richiede il pagamento della prima rata dei contributi 2021 entro il 20 marzo! Non possiamo che ribadire con forza la richiesta al Consorzio Il Mercato di sospendere immediatamente gli avvisi di pagamento della prima rata del contributo, prorogandola al 30 giugno”.

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