Confesercenti Modena, Assohotel: “Stop ai costi per le imprese e nuovi incentivi ai privati per investire nel futuro”

La Presidente Gibertini: “Chiediamo al nuovo Governo e a tutti gli enti territoriali di fermare il cash-out delle imprese per salvarle. Il prolungamento delle misure restrittive fino al 6 aprile sta gettando il comparto in uno stato di forte preoccupazione”

“Il settore dell’ospitalità – ricettivo sta attraversando il momento più buio della propria storia e per questo Assohotel Confesercenti Modena chiede al nuovo Governo e a tutti gli enti territoriali di fermare il cash-out delle imprese per salvarle. Uno stop quindi a tutte le imposte e ai costi slegati dalla produzione di reddito: TARI, IMU (seconda rata), ICP (imposta di pubblicità per le insegne), tasse ed accise sulle utenze nonché l’abbattimento dei loro costi fissi in bolletta (forniture/contatori ecc..) che risultano completamente slegati dal reale consumo o utilizzo del servizio”.

Secondo Assohotel nel contempo è necessario dare prospettiva e fiducia al settore, con una politica di incentivi per l’innovazione tecnologica e l’ammodernamento delle strutture anche in un’ottica di miglioramento dell’impatto ambientale. L’allargamento a tutte le imprese turistico-ricettive dei bonus edilizi esistenti (dal 110% in giù), estendendoli anche agli adeguamenti alla normativa antincendio (si chiuderebbe così una questione che va avanti dal 1994…) e la creazione di un fondo destinato agli investimenti delle PMI del ricettivo italiano che sono la struttura portante del settore, sono le ulteriori proposte avanzate.

Come sostiene la Presidente Provinciale e Vice Presidente Regionale di Assohotel Gabriella Gibertini: “Secondo le stime ISTAT il calo del fatturato per il settore dell’ospitalità, nel 2020 rispetto al 2019, è drastico, circa meno 54,9%, con un forte ridimensionamento nell’ultimo quadrimestre, dove si è registrato un meno 70%. I ristori ricevuti nel corso del 2020 non hanno coperto nemmeno lontanamente i costi fissi delle nostre imprese, in pratica ci è stato dato meno di quello che ci è stato chiesto.

Si pensi che sulla TARI ben oltre il 90% del corrispettivo del “servizio” richiesto è in realtà un costo fisso ed ineludibile. Anche se un hotel lavora molto poco (come nel 2020), il costo rimane alto e fisso (parliamo di cifre che vanno dai 15.000 Euro per hotel di piccole dimensioni a 80.000 euro ed oltre per hotel di grandi dimensioni). Anche i costi delle utenze in questo periodo di pandemia sono rimasti altissimi, ad esempio i costi fissi per l’energia pesano il 2/3 della bolletta tra tasse/accise, costi legati alla potenza installata ecc.

Anche in questo caso, si tratta di decine di migliaia di Euro. Molti alberghi sono chiusi da mesi, altri lavorano con tassi di occupazione bassissimi, nessuno è più in grado di sostenere questi costi ed è forte il rischio di distruggere ciò che tanti appassionati imprenditori del turismo hanno costruito in decine di anni. Inoltre – prosegue Gabriella Gibertini – il prolungamento delle misure restrittive fino al 6 aprile sta gettando il comparto in uno stato di forte preoccupazione. Tante strutture prevedevano per la Pasqua una lieve ripresa, ma anche questa è sfumata.

Bisogna partire subito con una poderosa campagna vaccinale fondamentale per tutelare la salute dei cittadini. Il nostro Governo dovrà con forza pretendere il rispetto degli impegni per la fornitura di vaccini e dovrà organizzare di concerto con le Regioni la distribuzione

delle dosi con la massima celerità. In questo modo si potranno consentire spostamenti in assoluta sicurezza e salvare le aziende che vivono di turismo. Indispensabile procedere alla sospensione di mutui anche a tutto il 2022 e commisurare la Tari all’effettiva produzione di rifiuti”.

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