Confesercenti Modena, multe a chi non accetta pagamenti con il Pos: “Gli esercenti schiacciati dal costo delle commissioni”

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Il Presidente Rossi: “E’ un provvedimento inopportuno e ingiusto per le attività, un vero e proprio accanimento”

Ad alcuni giorni di distanza dall’entrata in vigore delle sanzioni per chi non accetta pagamenti “di qualsiasi importo” con il POS, Confesercenti Modena torna a ribadire quanto il provvedimento sia un accanimento inutile nei confronti degli esercenti. Rossi: “Così facendo le attività sono costrette ad accettare pagamenti con POS anche quando i costi sono elevati. Realtà del commercio e dei servizio che sono già caratterizzate da margini molto stretti e che rischiano di essere ridotti, se non addirittura azzerati, dal costo delle commissioni”

“L’introduzione di sanzioni per chi non accetta pagamenti – afferma Mauro Rossi, Presidente Provinciale Confesercenti Modena – che ricordiamo, possono essere di qualsiasi importo, con carta e bancomat è un provvedimento inopportuno e ingiusto per le attività, in particolare per le piccole e micro imprese per le quali il costo della moneta elettronica – soprattutto sulle transazioni di importo ridotto – è già molto elevato: circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo.”

Un vero e proprio accanimento, secondo l’associazione di categoria modenese, l’introduzione di sanzioni e oltretutto poco utile alla causa della moneta elettronica, la cui adozione continua da anni a crescere ininterrottamente: tra il 2014 ed il 2021, anche senza multe, i POS nelle imprese sono più che raddoppiati, passando da 1,8 a 4,1 milioni.

Una rivoluzione sostenuta a proprie spese dalle imprese, che hanno accettato aggravi importanti, con un costo medio legato all’utilizzo del POS compreso fra l’1% della transazione per i POS fissi e il 2,7% per i POS cordless di ultima generazione. Si tratta inoltre di un costo con natura regressiva, che tende ad aumentare al ridursi delle dimensioni dell’esercizio. In termini assoluti, il costo per l’esercente arriva fino a 1081 euro, a seconda del tipo di dispositivo utilizzato e del relativo contratto, oltre che del volume delle transazioni.

“Ribadiamo il nostro sì ad incentivare la moneta elettronica – continua Rossi – in quanto si tratta di un vantaggio per tutti, visti i rischi di sicurezza derivanti dalla gestione del contante. La strada da percorrere, però, non è quella dell’imposizione, ma della riduzione delle commissioni applicate per l’accettazione di carte di credito e di debito, che dovrebbero essere azzerate per importi fino a 50 euro. Inoltre si deve promuovere la competizione tra carte di credito e di debito e i sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti, come quelli next-gen, il cui costo di utilizzo per gli esercenti è già oggi notevolmente inferiore, ma che rimangono ingiustamente esclusi dal provvedimento” conclude Rossi.

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