Confesercenti Parma, energia: caro bollette mette a rischio 90 mila imprese

La Presidente Chittolini: “Raddoppiare ed estendere il credito di imposta e pianificare interventi nel medio termine per la diversificazione delle fonti energetiche”

Se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 € per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14.740 €. Un aumento del 120 % e un’incidenza sui ricavi aziendali che passa dal 4,9 % al 10,7 %. Allo stesso modo, secondo le stime di Confesercenti, elaborate su dati Innova, Unioncamere e Agenzia Entrate, un albergo medio vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 € a 108.000 € (+140 % con un’incidenza di oltre 25 punti percentuali sui ricavi). Un esercizio di vicinato da 1.900 € a 3.420 € (+80 %), un ristorante da 13.500 € a 29.700 € (+120 %).

“Le spese energetiche – sottolinea Francesca Chittolini, presidente di Confesercenti Parma – stanno raggiungendo livelli imprevedibili e insostenibili per i bilanci delle imprese e delle famiglie. Le misure di sostegno fin qui adottate dal governo non hanno inciso abbastanza e si esauriranno nelle prossime settimane. Senza interventi importanti in autunno si rischia il collasso; anche perché la situazione sarà aggravata dal crollo dei consumi che il caro energia determinerà sulle spese delle famiglie”.

Per le imprese, stima ancora Confesercenti, è chiaramente impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime alimentari, traslando sui prezzi di vendita gli interi importi. Il rischio a livello nazionale è che il 10% delle imprese esca dal mercato, ovvero circa 90mila imprese per un totale di 250mila posti di lavoro.

“Occorre intervenire in maniera urgente e decisa – spiega la presidente Chittolini -. Per prima cosa è necessario estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh), aumentandone l’impatto almeno fino al doppio dell’attuale (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) e prorogandone gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022. Allo stesso tempo – conclude la presidente Chittolini -, bisogna mettere in campo interventi paralleli più significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita”.

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