Confesercenti Piacenza: in cinque anni cancellate 235 imprese del commercio

Le parole del direttore Fausto Arzani su La Libertà

“Le 235 imprese in meno tra città e provincia in cinque anni, su un totale di circa 3mila realtà, dovrebbero far riflettere. Le nuove aperture dei grandi centri e i giganti delle vendite online stanno facendo sentire il loro peso, e questa situazione di degrado, purtroppo, sta registrano rapidi e negativi sviluppi”, così Fausto Arzani, direttore di Confesercenti Piacenza, in un’intervista su La Libertà.

“È un dato preoccupante – prosegue Arzani – anche perché, per molti settori tradizionali vedi moda ed abbigliamento, il ricambio generazionale è quasi assente, mentre i grandi marchi vanno avanti ad aprire. In un quadro del genere diventa veramente difficile pensare di risollevare il commercio tradizionale, che, insieme agli artigiani, presidia i centri storici. A questo punto il fenomeno dovrebbe assumere i contorni di un problema sociale, urbano: le luci in periferia si sono già spente in molti angoli, in centro le poche vie illuminate e fornite di vita restano quelle principali, a Piacenza: il Corso, via Venti, grazie ai negozi. Altre strade, come via Mazzini o via Calzolai, stanno invece soffrendo. I piccoli commercianti devono sostenere costi di gestione importanti. Servirebbero politiche che andassero a loro favore”.

Il settore che più di ogni altro accusa il colpo delle nuove forme di vendita è l’abbigliamento, insieme alle calzature. “A erodere quote di mercato – analizza il direttore Arzani – ci sono gli outlet per il pubblico di fascia medio-alta, sia per potere d’acquisto che per età, e l’online per i più giovani. Stiamo cercando di sostenere le imprese nella formazione, ma sono convinto, da ottimista, che nei prossimi 10 anni il commercio tradizionale possa riprendere quota”.

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