Confesercenti Veneto Centrale: ripartire dal 4 maggio si può e si deve

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Durante la riunione di ieri, in videoconferenza, tra il Presidente Nicola Rossi ed i Presidenti delle principali categorie economiche aderenti a Confesercenti (province di Padova e Vicenza) il Presidente ha ribadito come: “Ripartire dal 4 maggio si può e si deve: dobbiamo superare la fase in cui nascondiamo il virus per imparare invece a conviverci. Siamo sicuri che non sarà facile e semplice ma le imprese Venete sono pronte”.

“Diciamo a gran voce – ha aggiunto – che negozi, esercenti, ristoratori, albergatori, ambulanti, rappresentanti ed agenti, agenzie di viaggi, benzinai, studi, barbieri e parrucchiere, centri estetici e di benessere, piccole imprese servizio alle persone possono e debbono riaprire e non in base all’attività che svolgono,  ma in base al livello di sicurezza sanitaria in grado di garantire”.

Sono quattro le principali richieste emerse durante la riunione che, secondo le piccole imprese del commercio, turismo e servizio, sono necessarie per ripartire:

  • trasferire ai sindaci i poteri e gli strumenti per la gestione, l’organizzazione ed il controllo dei loro territori. “Riteniamo che ai comuni debbano essere trasferite risorse e poteri nella gestione del territorio, dichiara il Presidente Nicola Rossi, con possibilità di interventi straordinari nella chiusura di aree, parchi, ecc. pubbliche nonché di interventi nei confronti di aziende non in grado di garantire la sicurezza sanitaria”;
  • semplificare l’iter burocratico per l’apertura di nuovi spazi commerciali sia in aree pubbliche che private (è necessaria una modifica della destinazione d’uso dei locali, ampliamento degli esercizi esistenti, ampliamento plateatici, aggiunta attività);
  • definire in modo concreto l’ambito di intervento economico a favore delle imprese sia per compensare il periodo di forzata chiusura, sia per aiutarle nel rilancio delle loro attività. “serve una semplificazione dell’iter burocratico per l’accesso al credito garantito dallo Stato. Urgente immettere liquidità a fondo perduto per le categorie più colpite”;
  • definire in modo chiaro i requisiti indispensabili per garantire nelle attività commerciali e di servizio la sicurezza sanitaria (dispositivi, distanze, sanificazione, comportamenti ecc.) e delle aree pubbliche in cui operiamo (piazze e vie commerciali, quartieri ecc.

Inoltre nei territori sono necessarie ulteriori misure:

  • autosufficienza territoriale (quartieri, periferie, comuni) nei servizi alla persona in modo da permettere di effettuare gli acquisti di quanto necessario senza lunghi spostamenti ( è l’occasione per ridisegnare le aree del territorio);
  • il pubblico deve passare da una fase di interpretazione e controllo ad una fase di collaborazione con il mondo delle piccole imprese. In questa fase sempre di più il ruolo pubblico deve essere non prioritariamente quello di gestire la sanzione ma anzi quello di informare e dare consulenza sulle necessità di adeguamento dell’impresa;
  • pianificare un intervento di aiuto alle piccole imprese nell’adeguamento con la fornitura dei dispositivi richiesti dalle regole per la protezione dal Covid-19 (mascherine, guanti, detergenti, sanificanti ecc.);
  • un ampio intervento che agevoli la disponibilità di nuove aree da destinare a plateatici per pubblici esercizi, negozi ambulanti al fine di poter ottemperare alle esigenze di distanziamento sociale ( anche utilizzando aree private e deliberando la possibilità di utilizzo di immobili adiacenti l’esercizio);
  • trasferimento dei fondi comunali da iniziative oramai diventate inutili (eventi, manifestazioni, ecc.), ad interventi idonei ad aiutare le piccole imprese, i consumi delle famiglie e sicurezza nelle aree;
  • predisporre un piano promozionale idoneo a promuovere la città in termini di riorganizzazione dei servizi, dei sistemi di accessibilità ma soprattutto di capacità nel rendere sicuri gli ambienti di lavoro, i negozi, gli esercizi e soprattutto per chi la città la visita e chi ci vive.
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