Confesercenti Veneto Centrale, zona rossa: risarcimenti inadeguati, il 25% delle imprese rischia di chiudere

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Il Presidente Rossi: “Se siamo in questa situazione ci sono dei responsabili che non hanno saputo gestire la crisi pandemica. I continui e repentini passaggi da un colore all’altro hanno portato all’impossibilità di fare programmazione economica d’impresa, favorendo la ‘pandemia economica’”

Dichiara Nicola Rossi, presidente della Confesercenti del Veneto Centrale:

«Quella che stiamo affrontando è una crisi gravissima, molto profonda. E non ne usciremo facilmente. Il nostro territorio si fonda sulla micro e piccola impresa, il 95% delle aziende ha meno di 15 addetti. E ora il 25% rischia di chiudere se non ci saranno adeguati interventi. Una situazione di default per tutte queste imprese comporterebbe uno sconvolgimento incredibile per il territorio in termini occupazionali, di servizi, di fruizione. La chiusura, dettata dalla necessità di contenere i contagi, ha causato un dramma economico. Una vera pandemia economica, un dramma che segue un altro dramma.

Per uscirne, le proposte del precedente Governo sono del tutto inadeguate. Sono stati proposti dei rimborsi per chi ha avuto un calo di fatturato superiore al 33%, e questo margine va bene. Ma le perdite vanno calcolate nel modo corretto, parametrando il fatturato 2020 sul fatturato 2019. E i rimborsi vanno calcolati sulla perdita di fatturato subita. Confrontare il mese di aprile 2020 con il mese di aprile 2019, come proposto dal precedente Governo, o il primo bimestre 2021 con quello del 2020, come nella bozza del Governo Draghi circolata recentemente, è fuorviante e iniquo da un punto di vista di correttezza economica. Il metodo di calcolo corretto deve essere uno solo, lo ribadiamo: i rimborsi vanno calcolati sulla perdita di fatturato subita nel 2020, rispetto 2019.

Anche i continui e repentini passaggi da un colore all’altro non hanno sortito gli effetti sperati, anzi. Non solo non sono stati utili a contrastare la pandemia, ma hanno portato all’impossibilità di fare programmazione economica d’impresa, favorendo la “pandemia economica”.

Se siamo in questa situazione ci sono dei responsabili che non hanno saputo gestire la crisi pandemica. Le varianti non sono una sorpresa, erano prevedibili e non sono state adottate misure adeguate per contrastarne il dilagare. La conseguenza è che oggi siamo in zona rossa, ci rimarremo per tre settimane. E questi errori li stiamo pagando e li pagheremo tutti».

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