Consumi, i piemontesi stringono la cinghia: sondaggio Confesercenti Torino-Swg

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“Da qui a Natale 400 milioni di spese in meno, si tagliano anche quelle necessarie”. E i negozi non ce la fanno: a Torino ce ne sono 303 in meno rispetto al 2021

Caro-energia e inflazione gelano le aspettative e le intenzioni di acquisto dei piemontesi, mettendo a rischio circa 400 milioni di euro di consumi nell’ultima parte dell’anno compreso il Natale. A stimarlo è Confesercenti, sulla base di un sondaggio condotto insieme a Swg su un campione di consumatori tra i 18 ed i 65 anni di età. E intanto negozi, mercati, bar e ristoranti sono sempre più in difficoltà: a Torino rispetto a un anno fa ci sono 303 attività commerciali in meno (pari a -1,4%), che diventano 525 (-1,2%) se si considera anche la provincia.

Il taglio delle spese
Sotto la pressione di caro-vita e bollette, infatti, il 68% dei consumatori prevede di ridurre gli acquisti da qui a fine anno: e se il 39%, per ora, si concentra sulle spese ‘superflue’, il 29% ha messo in conto tagli su tutte le voci di spesa. Solo il 19% ritiene di poter lasciare invariato il budget, mentre appena il 5% incrementerà i consumi.

Inflazione e bollette
A pesare sulle famiglie, in primo luogo, l’aumento generale dei prezzi, segnalato dal 38% degli intervistati, e delle bollette di luce e gas, indicato dal 24%. Sulle intenzioni di spesa, però, incidono anche il peggioramento delle condizioni economiche/lavorative personali (12% delle risposte) e l’incertezza (11%), mentre l’8% prevede di contenere gli acquisti a causa della riduzione già subita dei risparmi famigliari.

Le prospettive per il Natale
La spending review forzata di consumatori non risparmia le loro spese per il Natale. Il 60% ritiene che le condizioni economiche e sociali delle prossime feste saranno peggiori di quelle dello scorso anno, e quasi la metà degli intervistati (49%) prevede di ‘tagliare’ anche i regali: il 25% progetta di spendere tra il 10 ed il 30% in meno per i doni, mentre il 24% porterà la riduzione oltre questa soglia. Solo il 4% aumenterà la spesa per le sorprese sotto l’albero, a fronte di un 36% che cercherà di mantenerla invariata. Anche le vacanze delle feste si riducono: il 69% ha già deciso che non partirà, mentre solo il 10% ritiene che si concederà comunque un viaggio, a fronte di un 21% ancora incerto. Chi parte, comunque, riduce la spesa: quella prevista è di 492 euro, quasi 200 euro in meno dei 683 euro del 2019.

Le attività commerciali chiudono e la disoccupazione aumenta
Queste difficoltà non possono non ripercuotersi sul commercio: dai dati sulla natimortalità delle imprese (fonte: Camera di Commercio di Torino) emerge che le chiusure superano le aperture in tutti i settori. Nel secondo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 il saldo è negativo sia per il commercio fisso (meno 170 attività a Torino, 341 con la provincia), sia per i mercati (meno 119 attività a Torino, 186 con la provincia), sia per la somministrazione (meno 33 attività a Torino, 48 con la provincia): per i dati completi si veda tabella in fondo. Il calo del numero di imprese ha riflessi negativi anche sul piano occupazionale, con la perdita oltre 800 addetti soltanto a Torino, che diventano quasi 1500 con la provincia.

Il presidente Banchieri: “Situazione insostenibile, al nuovo governo chiediamo interventi”
“Abbiamo voluto interpellare i consumatori – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino – per verificare i dati che il nostro ufficio studi aveva elaborato nei giorni scorsi e la conferma delle difficoltà è arrivata senza ombra di dubbio: famiglie e imprese sono sempre più in affanno e non sarà certo un week end positivo (come il prossimo, in occasione di Ognissanti) a invertire una tendenza purtroppo ormai consolidata. Quanto al commercio, i numeri della natimortalità delle imprese sono peggiori di quelli registrati durante la pandemia: allora si resisteva e si aspettava che finisse, oggi per molte imprese le risorse per resistere sono finite.

“La corsa delle tariffe energetiche stringe i consumi da due fronti: da un lato, infatti, l’aumento delle bollette sottrae disponibilità alle famiglie, dall’altro l’incremento dei costi fissi delle imprese ha portato ad un aumento generalizzato dei prezzi, che riduce il potere d’acquisto e incide sulla fiducia dei consumatori

“Nonostante il consistente ribasso di questi giorni dei prezzi del gas sul mercato internazionale, secondo le nostre previsioni il caro bollette continuerà per tutto il 2022, e solo dopo il primo trimestre del 2023 si registreranno le prime riduzioni delle tariffe. Un quadro negativo per le prossime feste, un periodo fondamentale per la tenuta dei consumi e quindi dei fatturati delle attività economiche. Bisogna – conclude Banchieri – intervenire urgentemente: al nuovo governo chiediamo di mettere tra le priorità il prolungamento ed il rafforzamento dei sostegni fino a quando il calo dei prezzi degli energetici non beneficerà famiglie e imprese. Ma anche di pensare a una detassazione straordinaria delle tredicesime: un intervento che darebbe impulso a consumi e fiducia”.

Per la tabella sulla natimortalità clicca qui 

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