Convention Confesercenti, a Roma dal 5 al 6 dicembre

Venturi: “Insofferenza di famiglie ed imprenditori a livello  di guardia. Basta scandali e guerre interne ai partiti e fra i partiti, regole certe per governabilità e programmi credibili. Manovra insufficiente su tagli spesa, fisco, lavoro”

Torna la Convention 2013. La settima edizione dell’evento, momento di incontro e comunicazione interno della Confederazione, avrà luogo dalle 12 del 5 dicembre alle 14 del 6, presso l’Auditorium del MAXXI, Museo del ventunesimo secolo, in via Guido Reni, 4 A.

A conclusione dell’ annuale meeting di Confesercenti che riunisce i dirigenti della Confederazione per riflettere sull’attività e sui progetti dell’Associazione, Marco Venturi ha affrontato i temi di maggiore attualità politica ed economica: “La lunga crisi politica ed istituzionale ha prodotto una condizione di debolezza ed instabilità del nostro Paese. Insofferenza e disagio sono fra gli imprenditori e le famiglie ormai a livello di guardia. Noi ne siamo consapevoli ma devono esserlo di più Governo e partiti”.

Venturi ricorda come il “perdurare dell’incertezza politica rappresenta il perno intorno a cui si sono avvitate le Istituzioni e con esse la fiducia, creando così difficoltà economiche fatte di imprese che chiudono e di una enormità di posti di lavoro bruciati”.

“Di questo vogliamo che si occupino – prosegue Venturi – Parlamento, Regioni Comuni e partiti poiché questa è la loro missione principale. Per questo vogliamo regole certe che assicurino governabilità e coerenza, con alleanze e programmi da presentare prima del voto. E programmi utili e credibili con una gestione dello Stato trasparente ed efficiente”.

“Sinceramente siamo stanchi del proliferare senza fine di scandali, di guerre interne ai partiti e tra i partiti, così come siamo stanchi di generiche promesse. Tanto che non escludiamo una forte mobilitazione di Rete Imprese Italia per dare centralità economica e sociale alle nostre imprese”.

Lotta alla disoccupazione, condizioni per investire, tagli profondi, selettivi della spesa pubblica abbandonando la sterile scelta di quelli lineari, forte riduzione della insostenibile pressione fiscale sono le priorità indicate dal Presidente della Confesercenti: “Chiediamo ai partiti di lasciar perdere le loro beghe interne e di dedicarsi, insieme al mondo delle imprese e del lavoro, a fare tutto quello che è necessario per frenare la caduta economica, non ritrovarsi con un 2014 di stallo ed evitare soprattutto di finire – superata la crisi – con l’essere nuovamente il fanalino di coda dei paesi sviluppati”.

Sul piano fiscale Venturi ha sottolineato come “le maggiori attese sono per un calo dell’Irpef, dell’Iva e per un freno alla voracità del fisco locale. Non possiamo continuare a spremere i contribuenti e trovarci poi di fronte a scandali diffusi come quelli che hanno coinvolto numerose Regioni nelle quali non si disdegnava la spesa facile”.

“Basta con questo fisco alle stelle: non a caso – incalza Venturi – Banca d’Italia evidenzia che già nel 2012 la pressione fiscale era al 44%, con un balzo di un punto e mezzo rispetto all’anno prima. A questo punto è chiaro che nel 2013, con un Pil ancora in calo, siamo già ben oltre il 45% come avevamo già previsto e che in termini reali vuol dire superare un inaccettabile 55%”.

Invece “non solo l’intervento sul cuneo fiscale riduce di poco il prelievo Irpef con gli stessi lavoratori dipendenti che avranno poco da festeggiare, mentre ancora una volta si è scelta la via della discriminazione fra tipologie di reddito, penalizzando lavoro autonomo e Pmi ed inoltre 10 milioni di incapienti e 15 di pensionati”.

Sulla spesa pubblica Venturi ha apprezzato il passo in avanti del piano Cottarelli ma mette in guardia dall’uso di misure una tantum: “troppe resistenze si avvertono attorno alla questione dei tagli ed addirittura nel 2014 la spesa pubblica sarà superiore di 3,6 miliardi rispetto alla previsione del DEF”.

Venturi ha infine ricordato che la lunga crisi continua a produrre chiusure di attività: “stiamo assistendo ad una vera e propria decimazione, soprattutto di Pmi. Nei primi nove mesi dell’anno si sono registrate chiusure di ben 269.501 imprese riportando la loro presenza al di sotto del 2003. Questa situazione – conclude Venturi – richiede interventi urgenti e forti, mentre la legge di stabilità finora si caratterizza per una modesta correzione dei conti ed un eccesso di ripartizione degli interventi che comporta una loro scarsa efficacia”.

 

 

Condividi