Coronavirus: Faib Veneto, il nostro è un grido d’allarme

Se i gestori, finanziariamente, non riescono più ad acquistare il carburante e reperire dispositivi di sicurezza per loro e per i consumatori stessi non possono tenere aperto

“Basta con false notizie, il nostro è un grido di allarme: se i gestori di carburanti, finanziariamente, non riescono più ad acquistare il carburante e non riescono a reperire dispositivi di sicurezza per loro e per i consumatori stessi non possono tenere aperto!!!!”

Questo il grido della Faib Confesecenti attraverso la voce del Presidente Faib Regionale Flavio Convento (anche vicepresidente Confesecenti del Veneto Centrale).

“Grazie al nostro comunicato, forse se qualcuno ci ascolta, riusciremo a garantire l’Approvvigionamento delle merci e aiutare tutti coloro che per lavoro devono garantire i servizi essenziali , sanità e medici in primis ai quali va tutta la nostra stima e solidarietà”.

“Vogliamo rassicurare tutti, continua Convento. Non abbiamo proclamato alcuno sciopero. Nel comunicato stampa che abbiamo divulgato, non esiste la parola sciopero. Abbiamo lanciato un grido di allarme: i nostri gestori in Autostrada non ce la fanno più a garantire il servizio, non hanno i soldi per pagare il personale a fine mese e prima di fallire saranno costretti, chi prima chi dopo a chiudere se qualcuno non interviene, così come è stato fatto per altri settori, con la cassa integrazione o altro.   Additarci come una categoria di irresponsabili mi sembra ingeneroso. Per noi la crisi era già iniziata prima dell’epidemia e per questo se non si interviene purtroppo non possiamo più garantire il servizio pubblico che in questo momento è estremamente fondamentale”.

“Prima di lanciare critiche sul nostro operato – continua Convento – sarebbe opportuno che l’opinione pubblica sapesse per esempio che in autostrada non esistono accettatori di banconote per potersi servire al self service. Le concessionarie che gestiscono le tratte autostradali oltre che incassare royalty milionarie e farci pagare i pedaggi salati, ci obbligano a garantire un servizio con personale 24ore su 24 compreso festivi. Se non circola più nessuno, che senso ha tenere aperto tutte le aree che distano 20 km l’una dall’altra in un momento come questo dove i consumi si sono ridotti del 95% e si invitano giustamente tutti i cittadini a restare a casa? I gestori delle aree di servizio non hanno più la liquidità necessaria per far fronte alle spese e garantire il servizio. Se non si interviene uno ad uno saranno costretti a chiudere e questo non è uno sciopero dove si può decidere di aderire o non aderire. E’ come il virus, senza cura si muore”.

“Abbiamo lanciato l’allarme, conclude. Il Governo dopo settimane che non rispondeva ai nostri messaggi disperati sembra aver sentito la nostra voce. Auspichiamo vivamente di trovare una soluzione che ci consenta di continuare a fare con orgoglio il servizio di rifornimento, innanzitutto per il paese e per i servizi essenziali. Nessuno chiude per rivendicazioni. Insieme ce la faremo ma i gestori non possono essere lasciati soli a fronteggiare una crisi drammatica come questa”.

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