Dal fisco alla mortalità delle imprese, tutti i numeri dell’Assemblea Confesercenti 2014

In tre anni prelievo centrale e locale aumentato di 34 miliardi, con Tasi aggravi del 100% rispetto all’ICI. Intanto prosegue l’emorragia di imprese nel Commercio e nel Turismo: nei primi 5 mesi del 2014 saldo negativo di oltre 20mila unità.

Emergenza fisco locale

Dal 2010 ad oggi gli enti locali hanno subìto tagli ai trasferimenti per circa 30 miliardi di euro. Gli enti locali, stretti tra tagli lineari e Patto di stabilità interno, hanno ridotto fortemente alcune voci di spesa (nell’ordine: investimenti fissi lordi, trasferimenti ad imprese, trasferimenti alle famiglie) e soprattutto aumentato le entrate, sia quelle tributarie (addizionali irpef, irap, smaltimento rifiuti, ecc.) utilizzando al massimo le possibilità di manovra offerte, sia quelle extratributarie (proventi per gestione dei servizi a domanda individuale, es. mense, oneri urbanizzazione; multe, ecc.). Parallelamente, però, a livello centrale (bilancio dello Stato) a fronte dei tagli ai trasferimenti, non si è assistito ad una riduzione del gettito, che invece ha continuato ad aumentare. Quindi i contribuenti hanno avuto un aumento di richieste tributarie sia a livello centrale che locale.

Aumenti del prelievo nazionale e locale, 2010-2013 (valori in euro)

 

Variazione

Prelievo fiscale enti locali

+20 miliardi

Prelievo fiscale centrale

+14 miliardi

Totale aumento prelievo

+34 miliardi

Imposte locali: l’effetto del combinato Imu-Tasi sugli immobili strumentali

Dal 2005 al 2013 le imposte sulla casa, secondo le stime di Anama Confesercenti, sono passate da 28 a 52 miliardi di euro l’anno, per un incremento del 78%. E nel 2014, gli immobili strumentali di imprese, artigiani e commercianti subiranno un altro aumento di tassazione rispetto al 2013 per effetto di tre fattori:

  • l’introduzione della TASI, la cui aliquota (massimo 2,5 per mille) si va ad aggiungere  all’aliquota IMU in tutti i comuni in cui quest’ultima non è ancora arrivata al tetto del 10,6 per mille;
  • l’aliquota aggiuntiva prevista per la TASI (0,8 per mille), che nei comuni in cui sarà applicata porterà la somma delle due aliquote IMU + TASI all’11,4 per mille;
  • la riduzione (al 20%, rispetto al 30% del 2013) della deducibilità dell’IMU dall’imponibile Ires e Irpef delle imprese.

L’insieme di queste novità porta ad amplificare i maggiori oneri fiscali che le imprese registreranno  fra il 2011 e il 2014 e il gettito rastrellato dall’Erario. Ipotizzando un immobile strumentale ‘medio’ del valore di 300mila euro ai fini ICI, l’andamento del prelievo subirà la seguente impennata (valori in euro):

  • 2011 (ICI)                   1.950
  • 2013 (IMU)                 3.600
  • 2014 (IMU + TASI)     3.900 (+ 100% rispetto al 2011)

 

In totale, il prelievo complessivo (IMU+TASI) gravante sugli immobili strumentali , pari a circa 6,9 miliardi nel 2013, potrebbe toccare gli 8,5 miliardi nel 2014.

Il fisco sugli immobili strumentali (valori in euro)

 

2013

2014

Variazione

Imposte

IMU

IMU+TASI

Prelievo complessivo

6,9 miliardi

8,5 miliardi

+1,6 miliardi

 

Consumi e bonus fiscale

Crisi, disoccupazione e politiche di austerity hanno causato il crollo della spesa delle famiglie italiane. Nel solo biennio 2012-2013 i consumi di beni da parte delle famiglie italiane hanno subìto una contrazione di 28,5 miliardi. Un calo proseguito anche nel primo trimestre di quest’anno (-1,2 miliardi). Alla fine nel 2014 la spesa dovrebbe comunque tornare positiva, anche grazie al bonus fiscale di 80 euro a favore dei redditi dipendenti, che genererà più 3,1 miliardi di consumi nel 2014 e +5,1 nel 2015.

Spesa per l’acquisto di beni delle famiglie italiane (in euro, prezzi correnti)

Periodo Variazione
Biennio 2012-2013 -28,5 miliardi
Primo trimestre 2014 -1,2 miliardi

Effetto bonus sui consumi (in euro)

Periodo Variazione
2014 (maggio-dicembre) +3,1 miliardi
2015 (a regime) +5,1 miliardi

 

Commercio e turismo: nei primi 5 mesi 53mila chiusure, saldo negativo di oltre 20.000 unità

L’inasprimento del fisco e la crisi del mercato interno continuano a farsi sentire su Commercio e turismo, diminuendo ricavi e redditi medi e accelerando l’emorragia di chiusure. Nei primi cinque mesi del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, in questi settori hanno cessato l’attività 53.037 imprese: nello stesso periodo, le nuove aperture nel commercio e nel turismo sono state solo 32.230, per un saldo finale negativo di -20.807 unità.

Iscrizioni

Cessazioni

Saldo

Commercio al dettaglio in sede fissa

11.089

23.278

-12.189

Commercio al dettaglio su area pubblica

5.952

4.659

+1.293

E-Commerce (commercio prodotti via internet)

1.111

967

+144

Intermediari commerciali

6.397

11.178

-4.781

Alloggio e somministrazione

7.681

12.955

-5.274

TOTALE COMMERCIO E TURISMO

32.230

53.037

-20.807

 

 

Variazione ricavi e redditi per settore, 2012/2008

Settori

D 2012/2008

D 2012/2008

 

Ricavi medi

Redditi medi

Bar, gelaterie, pasticcerie

+ 2,92%

+ 4,93%

Ristoranti

+ 0,29%

+ 7,97%

Alberghi, affittacamere e case vacanze

– 3,37%

– 4,25%

Abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori

– 5,56%

– 43,75%

Dettaglio alimentare

+ 0,23%

– 8,09%

Dettaglio carni

+ 5,50%

– 3,44%

Dettaglio frutta e verdura

+ 6,26%

+ 1,30%

Dettaglio pesce, crostacei, molluschi

+ 7,79%

+ 1,48%

Carburante

– 30,80%

– 12,50%

Dettaglio ambulanti alimentari

+ 3,99%

+ 6,71%

Dettaglio ambulanti abbigliamento

– 4,05%

+ 3,00%

Dettaglio ambulanti calzature e pelletterie

– 1,16%

+ 0,91%

Agenzie di viaggio

– 13,81%

– 21,16%

Giornalai

– 24,31%

– 17,46%

Dettaglio di libri

-13,34%

– 47,14%

Dettaglio di fiori e piante

– 4,03%

– 2,72%

Tabaccai

– 0,51%

– 4,26%

Agenti ed intermediari finanziari

– 1,50%

+ 2,49%

Agenti di commercio (alimentare)

– 1,35%

+ 2,84%

Agenti di commercio (abbigliamento)

– 7,81%

– 7,07%

 

 

 

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