Consumi, la crescita del potere d’acquisto si ferma. E le famiglie tornano a intaccare i risparmi

L’analisi dell’Ufficio economico Confesercenti sull’audizione Istat sul Def: per il commercio il sentiero della crescita è ancora tutto in salita

I dati dell’Istat sul secondo trimestre dell’anno fotografano lo sforzo positivo delle famiglie ad accentuare i consumi – probabile conseguenza della mutata percezione sulla situazione economica – a fronte però di un reddito reale stazionario.

A sottolinearlo, in una nota, l’ufficio economico Confesercenti.

I consumi infatti sono aumentati nel suddetto trimestre di due decimali in più della crescita del potere d’acquisto delle famiglie – la spesa per consumi finali è salita del 2,6% (con i dati deflazionati siamo in linea con le previsioni contenute nel Def, all’incirca dell’1,4%) – determinando di conseguenza una caduta della propensione al risparmio.

Questo, dal nostro punto di vista, potrebbe destare più di qualche preoccupazione: anche se nel breve periodo comporterebbe una variazione positiva dei consumi il rischio che si potrebbe presentare, nel caso di un consolidamento della ripresa, è che la crescita dei consumi non si stabilizzi, poiché le famiglie si orienterebbero ad irrobustire il risparmio precedentemente intaccato.

Ci sembra di essere in presenza ancora di dati parziali e non facilmente leggibili per lasciarsi conquistare dall’entusiasmo. Per quanto riguarda il capitolo dell’evasione, ci sono nuove forme di ‘grey economy’, ad esempio, che sfuggono in buona parte al regime di tassazione comprese anche quelle dell’economia digitale. Inoltre, sul fronte dell’aspra concorrenza tra le diverse tipologie distributive alcuni settori, in particolare, spingono ad un forte livellamento di prezzi e prestazioni verso il basso con effetti distorsivi sull’inflazione e sui consumi finali. Per ampie fasce imprenditoriali della distribuzione le prospettive non appaiono buone ed il sentiero della crescita sembra ancora tutto in salita.

 

 

 

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