Economia, Startup innovative, cresce divario fra Abruzzo e centro Italia. Confesercenti: “pericolosa retromarcia, ma si può invertire la tendenza”

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Cresce in maniera rilevante il divario fra Abruzzo e resto d’Italia sull’innovazione in campo economico. Secondo il rilevamento Confesercenti – associazione presieduta da Bruno Santori e diretta da Enzo Giammarino – su dati Unioncamere relativi alle startup innovative iscritte all’apposito registro, in Abruzzo sono registrate appena 12 “società del futuro”, nuove realtà imprenditoriali cioè dedite a sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico, con almeno un terzo del personale in possesso del dottorato di ricerca o capace di investire il 15 per cento del fatturato in ricerca e sviluppo. L’Abruzzo dunque copre circa l’1,2 per cento del contesto nazionale, contro il 5 per cento delle vicine Marche, l’8,4 per cento della Toscana, il 9,1 del Lazio.

«La crisi colpisce tutti, ma ci sono realtà che stanno progettando il proprio futuro con molto più dinamismo e coraggio dell’Abruzzo – spiegano Piero Giampietro, portavoce del comitato Giovani imprenditori di Confesercenti, e Sonia Di Naccio, responsabile di Impresa Donna Confesercenti – e questo perché in Abruzzo continua a mancare un habitat che favorisce l’autoimpresa. Il credito continua ad essere difficile e mancano sostegni istituzionali costanti, se si eccettuano alcuni singoli bandi». Anche per questo Confesercenti ha lanciato un progetto pilota, chiamato Kick Off, che partendo da Pescara – in collaborazione con la Confesercenti provinciale guidata da Raffaele Fava e Gianni Taucci – propone la realizzazione di strutture per il co-working in due immobili pubblici in disuso, l’ex Ferrotel di corso Vittorio Emanuele a Pescara e l’ex colonia Stella Maris di Montesilvano. «Per una startup il problema della sede è quasi insormontabile – sottolineano Giampietro e Di Naccio – e pertanto la Confesercenti sta lavora ad una proposta innovativa: ricavare da questi immobili, già oggi di proprietà pubblica, degli uffici da assegnare a canone assolutamente agevolato per i primi tre anni alle startup, alle nuove imprese del commercio, dei servizi, ma anche ai giovani professionisti. Si può così creare anche un tessuto di relazioni decisivo per la crescita delle nuove aziende. Se si vuole aiutare l’impresa, bisogna anche partire da qui».

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