La settantina di impianti della Liguria, un terzo del totale, come tutti quelli a marchio Europam, da mesi non ricevono il carburante, se non a singhiozzo. Sono ormai centinaia di migliaia i litri non consegnati e conseguentemente non venduti, in assenza di risposte da parte dell’azienda, nemmeno di fronte alle segnalazioni e ai solleciti formali dei singoli gestori e dei sindacati di categoria. I termini per il ritorno alla regolarità vengono spostasti in avanti da settimane.
«Molti di questi impianti sono costretti a chiudere, anche per non dover subire le proteste della clientela e per l’assenza di qualsiasi soluzione alternativa o di sostegni da parte dell’azienda. «La situazione si sta protraendo da troppo tempo – commenta Fabio Bertagnini, presidente di Faib-Confesercenti Liguria –, i danni per i gestori ormai sono gravi e rischiano di diventare permanenti con la disaffezione della clientela. Il protrarsi della situazione lascia pensare che i problemi di Europam siano strutturali. In pericolo non c’è solo la sopravvivenza degli impianti, ma anche le centinaia di posti di lavoro legati ai 214 impianti presenti a livello nazionale, che rischiano di andare persi».
«In questa fase di ponti e di grande affluenza per la nostra regione il danno per mancati incassi si fa ancora più marcato. Come Faib – prosegue Bertagnini – speriamo possa esserci il prima possibile un incontro chiarificatore da parte di Europam, pronti a richiedere un intervento diretto del Ministero in caso di mancata risposta da parte dell’azienda. Ovviamente non escludiamo nemmeno tutele legali per i gestori, perché a rischio ci sono il loro lavoro, le loro famiglie e i loro dipendenti».