Fase 2 a rilento: i dati Confesercenti sulla provincia di Modena nei primi giorni di riapertura

Nei giorni scorsi Confesercenti Modena ha somministrato alle proprie imprese un questionario in merito all’andamento delle attività nei primi giorni di riapertura dopo il lockdown. Il quadro che emerge dal report finale, raggruppato per tipologia d’imprese, è ancora preoccupante. Al di là dell’Area Immagine e Benessere la maggioranza degli operatori del settore della ristorazione valuta “molto insoddisfacenti” gli incassi della prima settimana di riapertura, così come il 45,1% dei bar.

Fase 2 al rallentatore. Anche se dal 18 maggio hanno riaperto negozi, bar e ristoranti, parrucchieri e centri estetici, solo una minima parte dei consumatori ha ripreso ad acquistare prodotti e servizi delle attività che hanno riaperto. Dai dati Confesercenti Modena ricavati da un questionario somministrato agli associati in tutta la Provincia di Modena nella prima settimana di riapertura si evidenzia che gli acquisti continuano a essere limitati ai beni strettamente necessari. A ciò si aggiunge il timore, non completamente fugato, di esporsi a rischi per la salute. Da non sottovalutare anche che molti consumatori optano per il risparmio, con i conseguenti primi segnali delle tensioni sul lavoro, dipendente e autonomo, seguite all’emergenza sanitaria. L’ombra del Covid 19 si proietta ancora sulle abitudini della maggioranza dei modenesi che esprime l’intenzione, anche al termine dell’emergenza, di continuare a evitare assembramenti: il 68% ha infatti riscoperto le attività del proprio quartiere e segnala l’intenzione di servirsene maggiormente. Mentre il 54% dei modenesi ha invece intenzione di rivolgersi di più, in futuro, all’online.

L’avvio a rilento della Fase 2 ha inciso pesantemente sui ricavi della maggior parte delle attività. Alla domanda “Quale è il suo giudizio sull’andamento delle vendite/ricavi della sua attività in questi primi giorni di riapertura?” Ristoranti, trattorie e pizzerie, a cui seguono i bar, sono quelli che hanno risposto più negativamente. Il 63,9% dei ristoratori dichiara “grande insoddisfazione”, mentre il 54,9% dei Bar si dice “insoddisfatto” e il 45,1% “molto insoddisfatto” sull’andamento dell’attività dopo la riapertura.

Complessivamente, ad eccezione dell’Area Immagine e Benessere, la maggioranza di chi ha riaperto ammette di aver lavorato fino ad ora in perdita, e il 95% dei negozi di abbigliamento e calzature è ricorso a sconti e promozioni, così come il 90% dei ristoranti. Centri estetici e parrucchieri, invece, vivono un primo rimbalzo, con una percentuale dell’89% di soddisfatti e del 77,50% molto soddisfatti sull’andamento dei ricavi. Su tutti pesa l’aumento delle spese a causa di sanificazione e dispositivi di protezione che, per la totalità degli intervistati, rappresenta un costo eccessivo.

Gli aiuti, poi, faticano ad arrivare: i sondaggi di Confesercenti Modena riportano che, tra le imprese associate che hanno fatto richiesta del credito agevolato messo a disposizione dal Decreto Liquidità, quasi la totalità riferisce di essere ancora in attesa. Nonostante le difficoltà, però, gli operatori non abbandonano il campo: solo il 14% dei Bar e il 15% dei Ristoranti manifesta l’intenzione di chiudere in tempi brevi, mentre le restanti imprese intervistate confida di riuscire a mantenere aperta l’attività.

“Anche se le imprese non si tirano indietro, c’è bisogno di considerare le difficoltà di questa fase e prevedere maggiori sostegni per chi riparte – commenta Mauro Rossi, Presidente Confesercenti Modena – L’aumento dei costi di gestione legato alle procedure di sicurezza viene anticipato dalle imprese che, dopo quasi tre mesi di fermo, hanno urgenza di liquidità. Purtroppo i finanziamenti continuano ad arrivare a un ritmo troppo lento e la burocrazia è davvero eccessiva. La fase che stiamo attraversando presenta forti elementi di incertezza e sono maggiormente in sofferenza le piccole e medie imprese del commercio e del terziario, che hanno fortissime preoccupazioni per la carenza di liquidità necessaria a far fronte alle spese e ad assicurare stipendi. Per evitare un preoccupante punto di non ritorno è necessario che le misure predisposte diventino immediatamente operative e utilizzabili dalle imprese: le attività non possono resistere a lungo in questa situazione”.

 



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