Gli imprenditori ci chiamano, la posizione di Confesercenti Pistoia

L’Associazione: “Proprietari di ristoranti, bar, albergatori vedono la distruzione di quanto costruito e l’assenza di futuro, così gli operatori della cultura ed i fieristi che da quasi un anno sono senza reddito”

Molti imprenditori associati del nostro territorio ci hanno cercato per manifestare grande preoccupazione a seguito della chiusura anticipata alle 18.00 di bar e ristoranti e la chiusura totale per palestre, piscine, cinema, teatri e fiere, ecc. E’, pertanto, un dovere esprimere la posizione della Confesercenti di Pistoia.

Chi sta perdendo tutto è comprensibile che si ribelli. E’ una reazione umana da non considerare un atto contro le Istituzioni. Le infiltrazioni nella protesta sono inaccettabili e controproducenti e vanno respinte con fermezza. Proprietari di ristoranti, bar, albergatori vedono la distruzione di quanto costruito e l’assenza di futuro. Così gli operatori della cultura ed i fieristi che da quasi un anno sono senza reddito. E’ morire. Ma si dice: il virus può uccidere e, pertanto, sono necessarie regole. E’ segno di civiltà e di umanesimo di un Paese e di un popolo. E’ vero anche che se non si tutela la salute non si salva l’economia. La decisione conseguente però non deve portare alla morte delle attività economiche. Perciò le imprese colpite dalle regole devono essere risarcite immediatamente e in quantità consistente dallo Stato. C’è una disparità inaccettabile. Sul piano economico una parte del Paese è garantita. Una parte, invece, è nella fossa. Questa ultima paga un costo impossibile nell’interesse di tutti i cittadini. Non è una richiesta esosa porre una questione di equità e di solidarietà nei confronti di imprese che sono al collasso. Il bar ed il ristorante sono un servizio e, al tempo stesso, aziende che hanno una funzione sociale, come del resto i negozi di vicinato. La pandemia ci deve rendere più profondi nella riflessione sui valori e più vicini gli uni agli altri, proprio per rispondere al forzato distanziamento tra le persone.

Insieme al ristoro economico di entità adeguata, la politica ed i governi a tutti i livelli, devono essere disponibili a valutare per bar, ristoranti e tutte le attività coinvolte, tenendo conto dell’andamento dei contagi, la revisione dell’orario di chiusura che permetta loro di tornare perlomeno a consentirne la sopravvivenza. Anche la chiusura per palestre, piscine, cinema, teatri, fiere dovrebbe essere oggetto di un’attenta riflessione poiché i protocolli sanitari sono stati applicati con scrupolo e con costi non indifferenti.

La verità che va detta è che con il virus dovremo convivere purtroppo ancora per un tempo non breve. E’ ovvio che i livelli di contagio vanno tenuti bassi. Le grandi problematicità emerse sono la questione dei trasporti locali, le carenze della sanità sul territorio, gli assembramenti e la mancanza di efficaci controlli. E’ l’ora di affrontare queste questioni di fondo, ad iniziare dall’utilizzo del MES per la sanità.

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