Intervento di Confesercent Bat in merito alla proroga della scadenza della moratoria per i finanziamenti agevolati per le PMI

Il Direttore Landriscina: “Non va escluso che le imprese che aderiscono alla moratoria possano correre il rischio di giudizi negativi nel momento in cui si rivolgeranno alle banche per chiedere nuovo credito e/o in sede di rinnovo degli affidamenti”

A fronte del protrarsi della grave crisi economica dovuta al covid-19, con l’articolo 16 del decreto-legge n. 73 del 25 maggio 2021 è stata disposta una ulteriore proroga dei termini della moratoria dei finanziamenti agevolati per le PMI, previsti dal decreto sostegni bis, valevole fino al 30 giugno 2021.
Pertanto tutte le imprese che abbiano già fatta esplicita richiesta di moratoria dei finanziamenti agevolati e che siano già state ammesse alla moratoria stessa, possono prorogarne i termini fino al 31 dicembre 2021 – limitatamente alla sola quota capitale – presentando una esplicita istanza, entro il 15 giugno 2021. Si tratta di una dichiarazione di atto notorio che dovrà essere inoltrata dai soggetti beneficiari unicamente al soggetto gestore (mod. DSAN).

L’Ufficio Tributario e finanziario della Confesercenti Provinciale BAT, dopo aver approfondito l’argomento, invita gli associati, titolari di attività, ad aderire alla moratoria solo in caso di vera ed estrema necessità e non considerare solo ed esclusivamente la possibilità di spostare il pagamento delle rate. Gli effetti di questi rinvii sine die potranno essere deleteri nel medio/lungo periodo sulla leggibilità bancaria. Bisogna valutare anche il costo e la scadenza del finanziamento, in quanto la moratoria riguarda solo quota capitale e non la rata completa.
“Inoltre, dichiara il direttore della Confesercenti Prov.le B.A.T., Mario Landriscina, non va escluso che le imprese che aderiscono alla moratoria possano correre il rischio di giudizi negativi nel momento in cui si rivolgeranno alle banche per chiedere nuovo credito e/o in sede di rinnovo degli affidamenti. Una riflessione automatica, da parte delle banche, continua Landriscina, sarebbe: “… come si può concedere altro credito ad una azienda se il mancato pagamento delle rate evidenzia già un certo stato di difficoltà nell’assolvere i propri impegni?”.
Una soluzione ottimale, al contrario, per continuare a programmare con maggior attenzione i flussi e quindi adottare una politica di medio termine, potrebbe essere la rinegoziazione dei finanziamenti in essere da parte delle aziende.

Difficilmente, anche se le disposizioni di legge ci sono, le banche applicheranno per dei mutui chirografari, cioè coperte solo da garanzie personali, un dilazionamento lungo (10 anni).
Anche perché i benefici degli aiuti temporanei sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2021, in seguito all’entrata in vigore del Decreto Sostegni Bis, ma sono state apportate ulteriori modifiche che saranno rese note con una Circolare pubblicata dal Gestore del Fondo di Garanzia e operative dopo ratifica del comitato Europeo, e cioè troppo tardi rispetto al 15 giugno 2021, data ultima per decidere di aderire o meno alla moratoria.

A variare sarà la percentuale di garanzia prestata dal Fondo, per cui ogni operazione sarà oggetto di confronto e trattativa con l’istituto bancario (es. se oggi viene chiesto di prolungare un finanziamento da 4 a 10 anni, ma è coperto da Garanzia del Fondo al 90-100%, difficilmente sarà concesso. Le misure attuali di garanzia sono inferiori).
Non dimentichiamo infine che le Banche interpretano ed affidano le aziende che hanno prospettive future in crescita per cui dipende anche dal settore di riferimento di chi richiede il credito.

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